"Vi spiego perché siamo i primi nel mondo"

Andrea Pontini, ad de ilGiornale.it: "Con il crowdfunding abbiamo aperto una nuova era di grandi reportage" Vai a GLI OCCHI DELLA GUERRA

"Vi spiego perché siamo i primi nel mondo"

«Il filo diretto con i lettori è il vanto del nostro giornale». Andrea Pontini, amministratore delegato de ilgiornale.it , parla con soddisfazione dell'iniziativa «Gli occhi della guerra» ( www.gliocchidellaguerra.it ), che da oggi contribuisce all'uscita dell'inserto Controstorie de il Giornale .

Quando è nata «Gli occhi della guerra»?

«Ufficialmente nel dicembre 2013, in verità l'idea nasce all'inizio di quell'anno, quando giornali, tv e agenzie dicevano tutti le stesse cose sulla Siria».

Che cosa raccontavano?

«Che Assad era il tiranno sanguinario, mentre i ribelli erano le forze sane del Paese: volevano riportare libertà e democrazia. I conti non tornavano. Così abbiamo deciso di scoprirlo. Siamo stati i primi a scrivere che i protagonisti della guerra civile non erano ribelli ma terroristi».

A differenza dei normali reportage, questi sono finanziati dai lettori.

«L'idea del crowdfunding è nata nell'estate 2013. Direttore ed editore hanno accolto con favore l'iniziativa».

Non si tratta solo di finanziamenti.

«Abbiamo sempre avuto un rapporto stretto con i lettori. Il Giornale è la cosa più vicina alla community che si possa trovare in edicola. Ci sono lettori che pagano un abbonamento doppio per sostenerlo. Questo mi ha colpito. E poi ci sono altre iniziative, come “Viaggi del Giornale”, che contribuiscono a tenere vivo questo filo diretto».

Un rapporto storico.

«Tutti i quotidiani hanno una relazione viva con lettori, ma nel nostro caso è straordinaria. Come scriveva Montanelli “"Questo giornale non ha padroni perché nemmeno noi lo siamo. Tu solo, lettore, puoi esserlo, se lo vuoi. Noi te lo offriamo"”.

Quali sono stati i primi reportage?

«Il primo crowdfunding è partito con due reportage di Biloslavo e Micalessin in Afghanistan e Libia. In 15 giorni abbiamo superato il tetto della raccolta per entrambi. Da lì abbiamo capito che funzionava. Abbiamo già finanziato tredici iniziative in un anno, nelle zone calde del mondo».

Un grande successo?

«Sì, ma non solo di donazioni. Ci sono state centinaia di telefonate, di email, di lettere, il tam tam fra i lettori, e poi il supporto di alcune associazioni, per esempio sui reportage sulle persecuzioni dei cristiani. Ci hanno ricevuto in Vaticano. C'è un mondo che nutre grande interesse su certi temi e vuole sostenerci».

Un modo anche per scoprire che cosa gradisce il lettore.

«Questo filo diretto ci permette costantemente di capire che cosa interessa. È la prima volta nella storia del giornalismo mondiale che viene tentato con successo il crowdfunding da una testata giornalistica. In un momento in cui l'editoria cerca nuovi modelli, questo è un segnale forte. Tanto che saremo invitati al Festival del giornalismo e abbiamo raccolto il plauso di colleghi sia dei giornali sia della tv».

Ora nasce la collaborazione nel realizzare il nuovo inserto «Controstorie».

«È importante raccontare le storie in presa diretta, qualunque sia il mezzo a disposizione. Soprattutto in un periodo così difficile, bisogna affiancare il lettore con lealtà. Troppo spesso i giornali, a destra e a sinistra, sono sulle medesime posizioni».

Obiettivi per il futuro?

«Continuare questa grande sfida, utilizzando i rapporti che i nostri

giornalisti hanno sul territorio. I numeri sviluppati da questi contenuti e dai reportage crescono di continuo. Questa iniziativa sul cartaceo è un ulteriore salto di qualità».

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