Roma

Viale Marconi, un quartiere abbandonato

Simone Turchetti

Strade dissestate, cantieri stradali mal segnalati che si protraggono all’infinito, calcinacci e nubi di polvere. In alcuni punti la zona di viale Marconi sembra una bidonville del Terzo Mondo. La denuncia viene dal capogruppo di An alla Provincia di Roma, Piergiorgio Benvenuti, che ieri ha realizzato, assieme al Presidente di Azione Giovani, Fabio Ficosecco, un “blitz fotografico” per immortalare l’incuria in cui versa la zona e «l’incapacità di realizzare in tempi solleciti lavori di posizionamento di cavi, oltre che l’ordinaria manutenzione». Negli scatti, anche la cabina elettrica del mercato di piazza Macaluso, lasciata pericolosamente aperta ed esposta alle intemperie.
Le foto sono solo il primo passo per la realizzazione, annunciata da Benevenuti, di un «libro bianco del degrado di viale Marconi» allo scopo di sollecitare i dovuti interventi. «Ma se si ravviseranno irregolarità provvederemo ad azioni legali nei confronti dei responsabili - ha fatto sapere Benvenuti in una nota - perchè è inammissibile che si lasci da mesi un quartiere popolare di circa 47 mila abitanti, una zona ad alta densità commerciale e transito veicolare, nel più totale degrado».
Il calvario degli abitanti è peggiorato oltre un mese fa, quando una serie di lavori hanno sventrato il manto stradale su via Oderisi da Gubbio. Il restringimento della carreggiata ha creato ingorghi ad ogni ora, in una zona già congestionata in periodi “normali”. Ma anche dopo la chiusura dei cantieri, sull’alfalto sono rimaste delle “cicatrici” che rendono fastidioso il transito ai motorini. Del resto, tolte le transenne in una zona, sono spuntate all’improvviso in un’altra. Da un paio di settimane in piazzale della Radio la via d’accesso al Ponte dell’Industria è chiusa per lavori. Neanche a dirlo, anche qui il traffico è nel caos, complice anche la sospensione, mesi fa, della corsia preferenziale su viale Marconi, che oltretutto ha creato gravi disagi alla mobilità dei diversamente abili. E non c’è neanche la speranza che i lavori finiscano in tempo: negli scavi di piazza Enrico Fermi le delibere sui cartelli di divieto (posizionate, denuncia Benvenuti, in tutta fretta), segnano come data conclusiva il 30 maggio. Due mesi fa. Ai disagi per gli automobilisti, si aggiungono inoltre i danni ai commercianti, i quali già devono sopportare il commercio illegale degli ambulanti che si svolge indisturbato nelle vie del quartiere. Ma i problemi di questo spicchio di Roma non riguardano solo la mobilità. Ci sono anche forti esigenze di vigilanza. Furti e rapine sono cronaca quotidiana; la presenza di mendicanti e di nomadi del campo di Vicolo Savini (il più grande di Roma) rischia di esasperare il sentimento d’insicurezza degli abitanti.

Negli ultimi tempi poi ci si è messo anche il maniaco che di notte si diverte a incendiare i veicoli: numerosi roghi hanno toccato proprio questa zona.

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