A Villa Ada i caldi ritmi di Capoverde

A Villa Ada i caldi ritmi  di Capoverde

Pier Francesco Borgia

Sarà il gigante capoverdiano Bana ad aprire con il suo concerto di questa sera a Villa Ada la rassegna «Sete Sòis Sete Luas», il festival che si propone di unire attraverso la musica popolare e il teatro di strada sette Paesi (Capo Verde, Francia, Grecia, Italia, Marocco, Spagna e Portogallo). Paesi già legati da una forte tradizione «mediterranea» che proprio in questa kermesse ha modo di mostrare tutte le sue più originali sfumature.
Il festival, giunto quest’anno alla XIII edizione, si articola in quattro appuntamenti che verranno ospitati alla già citata Villa Ada, a Villa Barberini (ambasciata lusitana), e Villa Pamphilj (Casa dei teatri).
Sarà un festival segnato da grandi presenze artistiche e da produzioni originali nate dall’incontro fra musicisti italiani, portoghesi, spagnoli, con una puntata a Capoverde. Novità assolute lo spettacolo Storia dell'Alentejo, história do Alentejo, historia del Alentejo di Luigi Cinque e il lavoro del compositore portoghese Rão Kyao: Le Terre della vite, dell'ulivo, del grano.
Si inizia con il concerto di questa sera a Villa Ada. Una serata dedicata a Capoverde, arcipelago africano che quest’anno festeggia i primi 30 anni come nazione indipendente. Sul palco salirà Bana, gigante orgoglioso dall’inimitabile stile, primo a diffondere a livello internazionale i caratteristici ritmi della sua terra: morna, coladeiras, funanà. Con oltre cinquant’anni di attività artistica alle spalle, Bana è riferimento assoluto della musica capoverdiana: la sua voce dolce e calda è l’ideale controcanto maschile a quella della più conosciuta Cesaria Evora.
Una voce dal timbro inconfondibile, potente, una personalità artistica che dal vivo si manifesta in tutta la sua capacità creativa, è quella di Aldina Duarte, fadista portoghese tra le più note, che sarà in prima nazionale l’11 luglio a Villa Barberini (via Zandonai 84). Un gradito ritorno quello della Duarte, dopo l’eccellente prova offerta in occasione dell’esperienza teatrale con Giorgio Strehler e Antonio Tabucchi al Piccolo di Milano nel 1995. Il repertorio è per la maggior parte formato da sue composizioni, veri e propri poemi cantati, in cui suoni e lettere trovano originali armonie. Nelle sue intense perfomance, Aldina perpetua l’anima del fado, quello che si canta per le strade di Lisbona, nelle case del fado «vagabondo», dove è l’artista a invitare gli spettatori a partecipare a un evento che ha il sapore del rito nostalgico. Il programma prosegue con due lavori originali prodotti quest’anno dal Festival, che esplorano, affidandosi alla creatività dell’italiano Luigi Cinque e del portoghese Rão Kyao, quell’immenso patrimonio di tradizioni e stili che è la cultura musicale mediterranea.
Storia dell'Alentejo, história do Alentejo, historia del Alentejo è uno scintillante esperimento in cui la sensibilità italiana di Luigi Cinque, accompagnato da Elena Ledda, Andrea Biondi, Salvatore Buonafede, s’intreccia con le polifonie dell’Alentejo portoghese interpretate dai Ganhões de Castro Verde, il nuovo flamenco del «bailaor andaluzo» El Choro, le voci valenziane di Mara Aranda e Efren Lopez. Diretto dallo stesso Cinque, lo spettacolo sarà in prima nazionale a Villa Pamphili il 14 luglio.


A chiudere la rassegna ci penserà Rão Kyao che il 17 luglio proporrà a ancora a Villa Ada uno spettacolo d’eccezione da lui creato e diretto: Le Terre della vite, dell'ulivo, del grano. Kyao, consacrato a livello internazionale dalle numerose tournée in Europa, Asia e America latina, durante la sua intensa carriera artistica ha meritato tre dischi d’oro e due di platino.

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