Roma

Villa Pamphilj, quando l’estetica conta più della salute dei cittadini

«La galleria non serve. Meglio spendere quegli 80 milioni per altri nodi»

Villa Pamphilj, quando l’estetica conta più della salute dei cittadini

Pietro Samperi*

L’ex sindaco Francesco Rutelli deve essersi ravveduto - ed è sempre apprezzabile - forse constatando la mostruosità che sta nascendo al Porto di Ripetta per ospitare l’Ara Pacis che, già situata entro un padiglione vetrato, elegante nella sua semplicità ed essenzialità, sarà inserita in una nuova struttura che, a prescindere dall’architettura - che potrà piacere o non piacere - certamente per forme e dimensioni turba profondamente uno spazio urbano delicatissimo, meritevole di maggior rispetto. Tenendo anche conto dei costi enormi, non è stato un investimento pubblico prioritario per Roma.
Ora l’ex sindaco consiglia il collega in carica Walter Veltroni a soprassedere alla realizzazione di un’altra opera, dal costo iniziale (ma si sa dove finiscono questi preventivi) di ben 80 milioni di euro (pari a 155 miliardi di lire), anch’essa certamente non prioritaria, come le gallerie previste per interrare il tratto della via Olimpica che taglia villa Doria Pamphilj.
Poiché non oso discutere l’aspetto ambientale che suggerisce l’opera, l’eliminazione del «taglio», peraltro solo dal punto di vista fisico giacché la continuità della godibilità pedonale avviene grazie al recente sovrapassaggio, che si potrebbe anche ripetere, vorrei osservare che tale aspetto presenta manifestazioni con ben più grave e immediato impatto sulla popolazione, giacché riguarda la salute dei cittadini, come l’inquinamento ambientale, non meno che lo stress da traffico.
Mentre, infatti, una galleria di 1700 metri in quel tratto di strada (tra i più scorrevoli della città) non porta alcun giovamento alla fluidità del traffico e all’inquinamento atmosferico, anzi concentrerà l’espulsione dei gas in pochi punti, i sottovia che si potrebbero realizzare con quella somma per risolvere qualche nodo più congestionato fluidificherebbero il traffico, farebbero risparmiare ore e stress ai cittadini e, soprattutto, ancora sotto l’aspetto ambientale, eliminerebbero qualcuno dei focolai che inquinano l’ambiente urbano. Ci sarebbe solo l’imbarazzo dei nodi da scegliere.
Rimanendo quindi nel tema della salvaguardia ambientale, non appare assolutamente razionale anteporre una soluzione di carattere eminentemente estetico ad una assai più sostanziale come l’inquinamento, che riguarda la salute dei cittadini.


Considerando tutto questo, non si può che condividere il suggerimento offerto da Rutelli a Veltroni e associarsi alla richiesta di riesaminare questa decisione e intervenire, una buona volta concretamente, sul tema dell’inquinamento, del quale tanto si parla ma nulla si fa, salvo le inutili e saltuarie sospensioni di circolazione per qualche categoria di automezzi.
*Urbanista e presidente dell’Unione italiana tecnici cattolici

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