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Violentata a 16 anni mentre torna da scuola Marocchino in manette

ComoLei ha solo sedici anni, tornava da scuola ed era appena scesa dal treno. Lui di anni ne ha 33, è di origine marocchina, fa il manovale e ha anche una moglie. Lunedì pomeriggio la ragazza è stata trascinata in un bosco e lì è stata violentata. Ieri l’unico sospettato dello stupro è stato fermato dai carabinieri. Si chiama Salah Rouzki, ufficialmente ha residenza a Solaro, alle porte di Milano, ma lunedì era a Lomazzo, in provincia di Como. Gironzolava per la stazione.
La ragazza è scesa dal treno e si è seduta sulla panchina. Lui l’ha abbordata gentilmente, cominciando a parlarle, chiedendole qualche informazione. Scuse, ma lei si è fidata. Anche se lui ha ben presto iniziato a usare modi spicci e maniere forti. Era una trappola.
Intanto le telecamere di videosorveglianza della stazione riprendevano tutto. E lei, poi, ha raccontato il resto. Sembrava una conversazione normale, ma a un certo punto il muratore marocchino ha iniziato a minacciare la sua giovane vittima. L’ha trascinata in un bosco vicino alla stazione e le è saltato addosso. L’ha costretta a un rapporto sessuale e le ha usato violenza. Quando ha finito, si è riallacciato i pantaloni e se ne è andato come se niente fosse, lasciando li la ragazzina come un sacco svuotato, mezza nuda in mezzo agli alberi. In lacrime è tornata casa e ha aspettato che i genitori rientrassero dal lavoro. L’hanno trovata in stato di choc e lei ha avuto la forza di raccontare quello che le era capitato quel pomeriggio. «Mi ha costretto con la forza, mi ha portato nel bosco e mi ha violentato», ha detto disperata alla madre.
La giovane vittima era in stato confusionale, è stata quindi accompagnata con un’ambulanza della Croce rossa di Lomazzo in una clinica a Milano per una visita ginecologica. Il referto medico ha confermato la violenza sessuale.
I genitori l’hanno accompagnata dai carabinieri e lei ha dovuto rivivere quei momenti raccontando daccapo l’incontro, le minacce e lo stupro. In base alla descrizione della ragazzina e guardando il contenuto delle telecamere della stazione, è scattata la caccia a quel marocchino sui 30-35 anni come si intuiva in base alle prime ricostruzioni e alle immagini in cui era rimasto immortalato il maniaco.
Il muratore è stato individuato ieri dai carabinieri di Lomazzo. Era tornato al punto di partenza. Di nuovo gironzolava non lontano dalla stazione ferroviaria delle Nord dove lunedì aveva violentato la ragazzina. I militari lo hanno individuato da un confronto con le immagini delle telecamere e poi sono andati a casa sua. Nel corso della perquisizione i carabinieri hanno trovato gli indumenti che il manovale indossava lunedì durante la violenza. Sono gli stessi che si vedono nelle immagini. I vestiti erano in una valigia. Una prova schiacciante, come le immagini della telecamere, anche se lui ha continuato a difendersi, a negare. Ma gli inquirenti sono certi che sia lui l’autore della violenza e che gli abiti fossero stati messi nella valigia perché forse pensava di fuggire.
L’immigrato ha regolare permesso di soggiorno, è sposato ed è stato fermato quale indiziato di delitto. Deve rispondere a una fila di domande. E dovrà farlo nei prossimi giorni quando sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari. Lui comunque continua a negare di essere l’autore della violenza. Non si difende dicendo che la ragazza era consenziente, dice proprio di non c’entrare nulla con questa storia. Ma troppi elementi giocano a suo sfavore a cominciare da quegli abiti nella valigia. L’uomo sarà sottoposto all’esame del Dna, i «resti» che ha lasciato sulla giovanissima vittima potranno dare la quadratura del cerchio. Senza ombra di dubbio.

Intanto ora è rinchiuso nel carcere Bassone di Como.

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