Altri quattro giovani, fermati dopo i disordini dell11 marzo in corso Buenos Aires, sono stati scarcerati. Si tratta di due milanesi, di 18 e 23 anni, di un ventunenne di Bergamo e di un francese di 22 anni, i cui arresti erano stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari Mariolina Panasiti. I quattro sono indagati per concorso materiale e morale in devastazione, incendio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. A carico del diciottenne anche lipotesi di violazione della legge sulle armi perché avrebbe portato in manifestazione un coltello multiuso svizzero.
Domenica erano stati rimessi in libertà quattro giovani perché dai filmati e dalle immagini si era capito che non avevano avuto nulla a che fare con gli incidenti. Insomma, dei trentacinque maggiorenni, fermati nelle ore successive agli incidenti, solo ventisei restano in carcere. La Procura però potrebbe chiedere al Gip altre misure cautelari dopo aver vagliato le responsabilità di alcune persone sfuggite alla retata iniziale. Questi giovani potrebbero essere coinvolti non solo nelle violenze avvenute, ma anche nella pianificazione dei disordini che, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuta in una riunione il primo marzo scorso nella sede del centro sociale Pergola Tribe.
Tre minorenni, infine, sono stati liberati nei giorni successivi. Due sono agli arresti domiciliari, un terzo è solo indagato.
Per il gip cè il rischio che gli estremisti in carcere commettano nuove violenze: «È evidente la loro accettazione di un metodo di lotta politico violento e la conseguente partecipazione a futuri possibili gravi episodi di attentati allordine pubblico e allincolumità dei cittadini». Non solo: «Gli indagati hanno palesato uneccezionale animosità».
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