RomaDopo il tour de force della campagna elettorale, Silvio Berlusconi decide di prendersi un giorno di riposo in quel di Villa Certosa. Una visita lampo, poco più di 24 ore, per dare unocchiata ai lavori in corso nellimmenso parco sul Golfo di Marinella. Ma già stasera il Cavaliere dovrebbe essere ad Arcore per passare la Pasqua in famiglia.
Una giornata di relax, dunque, visto che anche la politica è ferma in attesa che con la prossima settimana si riprenda il confronto sulle riforme. Mercoledì, infatti, dovrebbe riunirsi lufficio di presidenza del Pdl, primo passo della sessione di convocazione di tutti gli organismi del partito decisa dopo il voto. Dopo lufficio di presidenza (36 membri) dovrebbe infatti toccare alla direzione (oltre 150) e poi al consiglio nazionale (che riunisce quasi tutto il Pdl, dai vertici fino ai sindaci di città capoluogo). Organismi, questi ultimi due, che in un anno di vita del partito non sono mai stati convocati.
E proprio in queste tre diverse sedi si affronterà il capitolo riforme, visto che il premier è deciso a chiedere agli organismi in questione una sorta di parere sulla road map dei provvedimenti da mettere in cantiere. Un modo per coinvolgere il partito e mettere a tacere chi in questi ultimi mesi è andato ripetendo che il Pdl «è una monarchia» oppure «una caserma». Una strada che ha anche il vantaggio di «blindare» il percorso riformatore, mettendolo al sicuro rispetto ad eventuali obiezioni o cambi di linea dellultima ora allinterno della stessa maggioranza.
Una strada che il premier inizierà a tracciare martedì sera, quando ad Arcore si presenterà a cena Umberto Bossi insieme ai colonnelli leghisti. E sarà in quelloccasione che il Senatùr metterà sul piatto il cosiddetto presidenzialismo alla francese (che prevede lelezione diretta del capo dello Stato), un modello che al Carroccio non è mai dispiaciuto troppo. E di cui pure Gianfranco Fini è da tempo sostenitore, tanto che l8 aprile parteciperà ad un convegno di Fare Futuro dal titolo eloquente: «La Quinta Repubblica: un modello per lItalia?».
Potrebbe essere quella, dunque, la strada sulla quale provare ad aprire un confronto con lopposizione. Ed è proprio su questo fronte che nel Pdl si apre una querelle tra falchi e colombe. Con le seconde guidate da Paolo Bonaiuti, da sempre convinto della necessità di tessere la tela del dialogo («credo si debba aprire un dibattito con il centrosinistra, poi se sono rose fioriranno») ripartendo dalla bozza Violante. Mentre Italo Bocchino - che da dopo il voto è diventato più berlusconiano di Emilio Fede - rilancia il lavoro della bicamerale DAlema che «coniugò presidenzialismo e federalismo».
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