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«È vittima della superstizione». Asilo politico al nero albino

Quella di Abdoulaye Coulibaly potrebbe sembrare una storia come tante altre, già viste in passato: la storia di un figlio dell’Africa che arriva sulle coste dell’Europa, da clandestino, cercando di farsi riconoscere lo status di rifugiato. Eppure, la vicenda di questo maliano di 22 anni ha qualcosa di diverso: Coulibaly è albino, ed è il primo albino africano a ottenere lo status di rifugiato politico, concessogli dalla Spagna, per le discriminazioni che ha subito in Africa. Si tratta di persecuzioni non ufficiali: cacce a base di magia nera e agguati tesi per catturarlo, per ucciderlo in riti voodoo e poi magari venderne parti, dita, cuore, pelle, come talismani per garantire ricchezza e buona sorte. «Ho realizzato il mio grande sogno - ha detto al País dopo aver ricevuto asilo dal ministero dell’Interno spagnolo -. Qui, la mia vita non è in pericolo». In Africa invece «hanno tentato di rapirmi due volte, per poi usare il mio corpo. So che hanno tagliato le dita e le teste di altri albini per usarli nei riti». La situazione non riguarda soltanto lui: in Tanzania, secondo un’inchiesta della Bbc, nell’ultimo anno ne sarebbero stati uccisi almeno 40, cui bisogna aggiungere gli altri dieci ammazzati in Burundi. Numeri che possono sembrare piccoli, ma che non rappresentano che la punta di un iceberg. Per due motivi: la maggior parte degli albini vive nascosta e fra gli africani l’incidenza delle persone colpite da questa malattia genetica è quattro volte più alta che nei Paesi occidentali. E così persone affette da questa anomalia ereditaria, che consiste nella mancanza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell’iride, nei peli e nei capelli, sono uccise e i cadaveri sono depredati di genitali, sangue, braccia, orecchie, e perfino unghie. Tutti ingredienti indispensabili, secondo gli stregoni, per la preparazione di unguenti e pozioni «miracolosi», così costosi da far «lievitare» il prezzo di un albino fino a oltre 350mila euro. Pratiche difficili da sradicare in un territorio come quello tanzaniano, dove ancora oggi più di un terzo della popolazione è legata a riti e tradizioni tribali al punto che, dopo che il governo di Dar es Salaam, la capitale sulle coste dell’oceano Indiano, ha deciso di intervenire con durezza contro questa situazione, si è registrata una specie di rivolta contro le posizioni dell’esecutivo, fomentata dalla fortissima consorteria degli stregoni locali. Per farvi fronte si è costituita anche l’Associazione degli albini di Tanzania, che ha calcolato che gli albini sono circa 150mila, e assieme all’azione del governo, agli interventi presidenziali e alle inchieste giornalistiche ha dato incoraggianti segni di lotta alla superstizione, organizzando anche il National Albino Day, una giornata di incontro fra persone provenienti da Ghana, Kenya, Malawi, Senegal e Sudafrica.
E ora, per tutti quelli che sono in Africa a combattere con la barbarie dei riti voodoo, c’è la storia a lieto fine di Coulibaly che, sfuggito ai tentativi di sequestro, è arrivato in Spagna il 29 marzo, dopo aver viaggiato a bordo di una piroga fino alla spiaggia di La Tejita, vicino a Tenerife: una buona novella resa possibile anche dalla fondazione del cantante Salif Keita, anche lui albino del Mali, che lo ha sostenuto durante tutto il percorso.

Ora Coulibaly potrebbe essere seguito in Spagna dai tre fratelli, anch’essi albini.

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