L’Olocausto, la rinascita, gli aspetti religiosi e secolari della vita, la guerra, il terrorismo, le tradizioni e il sentimento patriottico sono i temi al centro delle 57 opere, realizzate con le tecniche e i linguaggi più disparati, da venti artisti contemporanei per raccontare la quotidianità di Israele e per far conoscere la sua complessità e peculiarità culturale. In mostra al Complesso del Vittoriano di Roma, fino al 31 gennaio 2009, «As Is: Arte Israeliana Contemporanea» allestita in occasione del 60° anniversario dello Stato di Israele e curata da Ruth Cats per porre in evidenza l’incessante dialogo tra l’arte e le istanze sociali e politiche attraverso i codici della scultura, pittura, fotografia e video.
L’esposizione tenta di rispondere a domande su quali sono le caratteristiche che costituiscono la «persona israeliana», l’«identità israeliana» «il paesaggio israeliano» e i «tratti israeliani». Una mostra come pausa di riflessione e autoanalisi sulla identità e cultura di questo paese. Filo conduttore delle opere è lo sguardo impietoso sui fatti di cronaca o sulla storia recente degli ultimi dieci anni come lo scoppio della seconda Intifada con gli attacchi terroristi, il ritiro dal Libano, il disimpegno da Gaza, la seconda guerra del Libano. Si parte dalla politica ai temi sociali, con focus sulla mancata integrazione degli emigrati russi ed etiopi nella società israeliana, per continuare con le differenze culturali tra i diversi gruppi etnici, le frizioni tra ebrei laici e religiosi e la sfiducia tra cittadini arabi israeliani ed ebrei israeliani.
Alcuni maestri si concentrano su temi di interesse globale, spesso per sfuggire ai problemi locali, mentre altri rispondono direttamente a questi eventi, esprimendo la loro paura, le loro ansie, i loro desideri e le loro aspirazioni. L’esposizione «As Is: Arte Israeliana Contemporanea» vuole mostrare le forze creative che non solo fioriscono ma si accompagnano alle difficili condizioni di vita di Israele facendone trasparire la natura ottimista e ironica. La loro creatività passa attraverso la più severa autocritica fino all’amore appassionato per la propria madre patria. In tutte le opere esposte trapela un forte sentimento di appartenenza, un solido senso di radicamento, un profondo legame con la terra.
Frutto della commistione tra diverse culture e dell’incontro tra Oriente e Occidente, le arti visive in Israele si caratterizzano per la molteplicità di tendenze stilistiche unitamente alla varietà di tecniche e fonti d’ispirazione: le arti figurative da una parte si presentano strettamente legate alla tradizione, dall’altra sono tese verso un progressivo sperimentalismo.
Una delle opere centrali è il video di Sigalit Landau, esposto fino a poco tempo da al MoMa di New York, ma anche le creazioni di Merav Sudaey sono uno «schiaffo» che vuole risvegliare l'osservatore. Adottando alcune tecniche tradizionali e alcune raramente utilizzate, come il cucito, il ricamo e l’applicazione di lustrini, l’artista trasforma a suo modo scene sanguinarie di attacchi terroristici ripresi dai giornali.
«Gli artisti che presentano il loro lavoro in Italia - dichiara Gideon Meir, ambasciatore d’Israele - sono parte di un tessuto creativo che in Israele si stanno imponendo in maniera vivace e intelligente.
La società israeliana contemporanea influenza l’arte e gli artisti che vi sono immersi, ma trae al contempo nutrimento per una riflessione delle tematiche affrontate in queste stesse opere: la continua ricerca di un’identità nazionale, il potere dei media, le ideologie politiche , il significato di abitare lo Stato, i confini, la memoria».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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