da Roma
Vittorio Gallinari è una persona tranquilla e disponibile: conoscerlo vuol dire capire immediatamente tanti lati del carattere del figlio Danilo. Se oggi, infatti, la giovane stella dell'Armani Jeans Milano e della nazionale riesce ad affrontare lincredibile mole di pressione con la maturità sin qui dimostrata, probabilmente lo deve ai cromosomi di papà Vittorio. Ieri «agente speciale» per le missioni difensive dellOlimpia Milano di Dan Peterson - ma fra le maglie della sua carriera ci sono pure quelle di Pavia, Livorno, Verona e della Virtus Bologna - oggi cestista nel tempo libero ma ancora in piena attività: da pochi giorni è a San Juan di Portorico, assieme a baldi giovani come Giuseppe Ponzoni, Alberto Tonut, Nereo Gregorat, Nino Pellacani, per partecipare con lItalia over 45 alla 9ª edizione del campionato mondiale di Maxibasket. Nella prima partita il Brasile e il caldo li hanno stroncati 83-65 ma i ragazzi del 58 non mollano, perché alla passione non si comanda. Come conferma proprio Gallinari senior. «In realtà molti di noi non hanno mai smesso di giocare, nonostante il lavoro e la famiglia e oggi c'è un gusto tutto particolare nel rivivere certe passioni. Il raduno, andare a letto presto la sera prima della gara, osservare la giusta dieta». E il tour maxibasket ci ha messo il resto: «È coinvolgente. L'anno scorso abbiamo vinto il titolo di campioni dEuropa a livello under 45 e adesso siamo decisi a conquistare il titolo più importante». Diventare campioni del mondo. «La finale è alla nostra portata ma vogliamo a tutti i costi arrivare sul gradino più alto».
«Lho lasciato libero»
Estate di lavoro per tutta la famiglia, insomma. E ci scappa una battuta: «Per il momento è ancora più importante la mia di manifestazione. Danilo parteciperà a un Europeo, io a un Mondiale. Quindi...». Non conoscendo stress e tensioni di alcun genere, Vittorio non ha mai ostacolato ed influenzato il cammino del figlio, il quale, sin da piccolo, vista la mole, iniziò ad appassionarsi allo sport di papà. «Con la differenza, me ne resi subito conto, che in realtà Danilo aveva talento. Ma decisi di non seguirlo mai; lo lasciai libero di fare. Non volevo che la gente lo guardasse come il figlio di Gallinari. Fino allanno scorso, avevo visto cinque o sei partite di Danilo, non di più. Adesso è tutto diverso, anche io sono più emozionato». Poi? «E poi è arrivata la sua esplosione. Prima ancora della firma con Milano, aveva ricevuto offerte da tutta Europa. Lo voleva Savic al Barcellona, Messina al Cska, lo cercavano il Real Madrid e il Panathinaikos. Sono felice perché parliamo spesso e perché è arrivato preparato a tutti gli appuntamenti importanti che fin qui ha affrontato».
«Il suo futuro è in Nba»
Questione di cromosomi. «Almeno questo merito me lo prendo... Dicono che fisicamente assomigli a mia moglie. Il carattere probabilmente è il mio. Quanto al talento, è seimila volte più forte di me». E infatti il futuro si chiama Nba. «Ma, a dirla tutta, per lui lNba poteva essere già il presente. È stato Danilo a decidere di aspettare e di prepararsi al meglio, in Italia e Europa». E adesso la nazionale. «Non deve ripetere i miei errori. Io decisi di rinunciare per motivi di studio (Vittorio si laureò alla Bocconi di Milano, ndr), ma in tutta sincerità non si deve mai rinunciare a un tale onore. Per nessun motivo». E il Danilo 18enne, comè? «Un ragazzo assolutamente normale, cresciuto con la passione per Micheal Jordan e grande tifoso del Milan, a dimostrazione che qualche cromosoma non è comunque arrivato a destinazione. Da interista verace, non approvo ma accetto. Tornando alla nazionale, non ricordo una squadra azzurra più forte e frizzante di questa.
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