«Viva Santoro che mi attacca Così mi fa vincere le elezioni»

Oscar Lancini, sindaco di Adro. Razzista.
«E pedofilo».
È outing?
«È quello che c’era scritto sui volantini di un centro sociale sequestrati stamattina dai carabinieri».
«Mai vista tanta intolleranza» ha detto Sandro Ruotolo l’altra sera.
«La puntata di Annozero era confezionata apposta per dipingerci come razzisti, col solo obiettivo di attaccare la Lega».
Lei ci ha messo del suo. Infatti non è che da studio le sia giunta grande solidarietà anche dal centrodestra.
«Della Vedova è finiano».
Il ministro Carfagna no, e ha condannato certe «politiche discriminatorie».
«L’ho chiamata per chiederle spiegazioni».
E che le ha detto?
«Che mi richiama la settimana prossima».
Campa cavallo.
«La capisco, si è basata sui servizi televisivi, tutti di sinistra».
Servizi di parte o no, lei ha rivendicato che nel suo programma c’è scritto: «Prima i nostri, poi anche gli altri».
«Fra uno arrivato ieri e la nonna di 90 anni che non sbarca il lunario prima aiuto la nonna, che ha contribuito a far crescere il mio paese e tramandato le nostre tradizioni...».
E fra un cinquantenne di Adro e uno marocchino?
«Ovvio che aiuto l’italiano».
Ha ragione Santoro, lei è razzista.
«Lunga vita a Santoro, attaccandoci ci va vincere le elezioni».
Gira una battuta: caccia all’Adro.
«Appunto. Comunque chi ha la cittadinanza è uguale agli altri. Ma lei cara giornalista lo sa perché c’è gente che dopo vent’anni la cittadinanza non ce l’ha?».
Perché è costretta a lavorare in nero, magari.
«No, perché ha la fedina penale sporca. Comprano case e auto facendo gli operai. Come fanno?»
Tutti spacciatori, quelli che non hanno pagato la mensa.
«Dico solo che per chi è in regola gli aiuti del Comune ci sono, dimostrati da atti pubblici. Nessun bambino è rimasto senza cibo e ci siamo raccomandati che fossero scongiurati episodi mortificanti».
Il benefattore si chiama come lei, Salvatore Lancini.
«Tengo a precisare che non è mio parente. E poi quale benefattore: si è fatto pubblicità, o sarebbe rimasto anonimo».
Dice che Adro «sposta l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno».
«C’è un detto qui: laurà per la ciesa de Ader. Significa...».
Lavorare per la chiesa di Adro, cioè a gratis.
«E per tutti. E poi senta. Se vado a Roma dove si cena alle 22 non chiedo di cenare alle 19 come ad Adro».
Roma è ancora in Italia, sindaco.


«Se vado in Marocco mangio cous cous, non salame. Chi viene qui deve rispettare le nostre leggi e le nostre radici. Se integrazione è farci imporre le loro, allora sono fiero di essere razzista e glielo dico fuori dai denti».

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