Cronaca locale

La vivandiera della battaglia di Magenta

Francesca Amé

Sono passati 146 anni ma Magenta non ha la memoria corta. Anche quest'anno, come da tradizione, si terrà il corteo storico e la suggestiva rievocazione in costume risorgimentale di quello che fu molto di più di un semplice evento bellico. Il 4 giugno del 1859 prese infatti forma una delle pagine più affascinanti del Risorgimento italiano: quella dedicata alla battaglia di Magenta, che fece versare tanto sangue sul campo ma che aprì le porte alla liberazione di Milano e all'unificazione dell'Italia.
In un anno come questo, denso di celebrazioni significative, anche il comune magentino ha fatto la sua parte organizzando per domani e dopodomani una due giorni all'insegna della storia. Con una rappresentanza in arrivo da Francia, Austria e Ungheria, per suggellare la pace tra quei Paesi che 146 anni fa si fecero battaglia, Magenta ripercorre la nascita dell'Italia anche attraverso un convegno dal significativo titolo «Magenta-inizio del Risorgimento». Gli onori di casa sono tutti del primo cittadino Luca Del Gobbo che nella Casa Giacobbe, all'interno delle celebrazioni, presenterà anche il libro dell'avvocato milanese Gianni Calloni «La vivandiera nella Battaglia di Magenta» edito dalla Larus. Oltre all'editore Roberto Maggi e all'autore, che per un giorno ritornerà nei luoghi dell'infanzia nativo com'è della vicina Inveruno, alla presentazione parteciperanno anche il sottosegretario agli Interni Michele Saponara e il senatore a vita Francesco Cossiga.
La storia narrata da Calloni è solo lo spunto per sottolineare un fatto che molti studiosi danno oggi per assodato: proprio il fausto esito (per la spedizione franco-piemontese) della battaglia di Magenta fu determinante per l'unificazione dell'Italia. Ed è proprio in seno alla battaglia che Calloni inscena il suo romanzo storico che ruota attorno alla figura di Virginia, giovane lombarda che decide di servire l'esercito e che da quell'esperienza trarrà gli insegnamenti necessari per trasformarsi in una nobildonna. Le vivandiere, straordinarie figure di donne risorgimentali il cui sacrificio questo anniversario promette di ricordare, erano giovani autorizzate a tenere negli accampamenti rivendite di viveri oppure a preparare il rancio per i soldati.

Quattro per ogni battaglione, non indossavano armi ma anche a loro si deve la riuscita della stagione risorgimentale.

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