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Vive in auto, il Comune: «È residente, al civico zero»

Mario, bidello di una scuola media, dopo la separazione ha perso la casa e abita in un parcheggio. Che per l’anagrafe vale come residenza

Quando compila moduli apponendovi l’indirizzo, il più delle volte viene ricambiato con sguardi torvi. Come se stesse prendendo in giro l’interlocutore. Nello spazio riservato alla residenza infatti, Mario A., bidello di una scuola media, indica Bollate facendo poi seguire la via e il numero civico: piazza Cadorna numero zero. «Abito proprio là – tenta sempre di spiegare imbarazzato -, in uno spazio dove non ci sono abitazioni ma soltanto un parcheggio. E visto che vivo in un’automobile, il comune non ha trovato di meglio che assegnarmi il civico zero».
Che ricorda la canzone di Sergio Endrigo, quando raccontava di quella casa «molto carina senza soffitto né cucina, in via dei Matti al numero zero». Purtroppo Mario ha dovuto accontentarsi di questa inusuale residenza, visto che non ne aveva più nessuna. Fino a qualche tempo fa un’abitazione vera con tanto di indirizzo serio ce l’aveva: la casa dove per anni aveva abitato con la moglie dalla quale poi, per diverse vicissitudini, ha dovuto separarsi. Alla fine alla consorte è rimasto l’alloggio e lui fuori con poche cose, fra le quali un tetto precario: la Fiat Marea, nel frattempo divenuta la sua nuova casa.
Nonostante la separazione il bidello ha continuato a vivere a Bollate, ma stranamente, non essendo più residente nel vecchio alloggio di famiglia, il comune l’aveva cancellato dalle liste dei residenti. Trasformandolo in apolide, uno che esiste ma che non ha una città dove risiede, perché privo di casa. Le sue proteste in Municipio hanno però prodotto un risultato, seppure parziale.

Siccome vive nell’automobile perennemente parcheggiata vicino alla stazione di Bollate, tra la piazza Cadorna e la Carlo Marx, l’anagrafe ha trovato un escamotage restituendogli la residenza in città, insieme ad un recapito ufficiale, ma con un numero civico, lo zero, di fatto inesistente.
Per il momento il bidello si è accontentato (almeno il postino sa come consegnargli la corrispondenza). Rimane l’imbarazzo dei moduli da compilare, e di una situazione difficile da spiegare ogni volta.

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