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Vivere e non sopravvivere. Le scelte davanti alla fine

"Buon viaggio, Marie" racconta la storia di un suicidio assistito che costringe una famiglia a riscoprirsi

Vivere e non sopravvivere. Le scelte davanti alla fine
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Cancro al seno. Recidivo. Quarto stadio. Questa la diagnosi per Marie (Hélène Vincent, foto), una signora di 80 anni, vedova. Cosa fare? Si domanda. Ci sono due vie: vivere in balia dei dolori, costretta alla perdita dell'autonomia e finire come una zucchina marcia, oppure decidere lucidamente di andare via da questo mondo come una gran bella mela? Marie ne ha abbastanza della malattia. Ha fissato la data della sua morte tra una settimana, in Svizzera. I parenti sono all'oscuro di tutto, ma confessa il suo piano a un giovane assistente sanitario di nome Rudy che l'aiuta a raggiungere il suo scopo. Marie, in occasione di una cena, informa i parenti del viaggio, ma mente sulle sue intenzioni. La donna, il figlio Bruno e la nipote Anna, partono con un camper. Guida Rudy, rimasto incastrato in questa vicenda, è il personaggio più divertente della commedia on the road che vede Enya Baroux al suo esordio alla regia. Il viaggio verso il suicidio assistito di Marie si trasforma in un'occasione per trascorrere del tempo in famiglia. Padre e figlia sono costretti ad affrontare l'attrito che si è infiltrato fra loro, nel frattempo la ragazzina fa i conti con il momento dello sviluppo; la nonna porta avanti la sua menzogna e Rudy fa da collante: è l'estraneo che rende il clima sopportabile in questa famiglia rotta. Intanto il camper cammina lungo la strada che dalla Francia porta a Zurigo. Marie ha voglia di fare un bagno in mare con i braccioli, galleggiare sull'acqua sotto al sole, giocare a bowling e ancora tiene stretto il suo segreto con dignità fino a quando la nipote scopre cosa nasconde. La forza di Buon viaggio, Marie è quella di trattare il tema del suicidio assistito in una chiave lieve, con uno sguardo acceso verso la bellezza del vivere al punto che diventa inconcepibile l'idea di restare vivi in attesa di deteriorarsi senza avere più la capacità di godere del bello.

Non può esistere il momento giusto per comunicare a chi si ama la propria volontà di mettere fine alla vita, c'è solo il desiderio di stare al mondo, fino alla fine, nel rispetto del proprio sentire. Ci troviamo di fronte alla celebrazione della vita nella piena sincerità.

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