Cultura e Spettacoli

«Volevo fare il ballerino e per adesso non farò Tv»

Partita la tournée teatrale dello showman: «Mediaset? Mi chiedono quando torno a casa, ma non mi dicono a far cosa»

Paolo Scotti

da Napoli

Prima sorpresa. Al loro ingresso gli spettatori sono accolti da Mike Bongiorno. O meglio: dalla sua voce. Seconda sorpresa. La voce di Mike è, in realtà, quella di Fiorello, che grazie alle telecamere spia gli spettatori in arrivo. Terza sorpresa. Sui megaschermi appaiono proprio le immagini degli spettatori interpellati da Mike (cioè da Fiorello). E a questo punto chi riesce a non ridere, alzi la mano.
Comincia alla grande, e promette di andare fortissimo, Volevo fare il ballerino: ovvero il nuovo, grande show che - al debutto ieri a Napoli, quindi in tournée dalla Sicilia a Modena, da Cattolica a Verona - capitalizzerà in altrettanti «tutto esaurito» il successo radiotelevisivo della più amata star del momento. Rosario Fiorello.
Col successo che ha facendo Fiorello, perché avrebbe voluto «fare il ballerino»?
«Per ridere. Ecco perché stavolta arrivo a indossare gli stivaletti da flamenco, rischiando la tallonite e le “punte” da ballerino classico, rischiando le unghie. Le pare che possa fare sul serio?».
Allora ci racconti cosa farà stavolta per far ridere.
«Lo spettacolo comincia prima di cominciare: con la voce di Mike che accompagna gli spettatori al loro posto. Era l’unico modo per dare vita in teatro ai personaggi radiofonici. Anche se questa non è la versione scenica di Viva Radio2».
Però qualche personaggio di quelli classici...
«Be’, ci sarà Camilleri, che ha la stessa voce di La Russa ma parla molto più lentamente. E poi Carla Bruni, Cassano... io non voglio trascinarmi le gag a vita, però se non li facessi subito si leverebbe la voce dalla platea “facce Cassano!”».
Chi c’è in scena con lei?
«Nessuno. Tutto solo per due ore e mezzo, ma circondato da otto megaschermi con i quali interagisco. Quando ad esempio canto Questo allegro ritornello (la lanciò Alberto Lionello, ricordate?) ballo dal vivo con ballerini filmati».
Il momento clou dello show?
«La gag sui cantanti lirici. Non ho mai capito perché quando cantano non si capisce un’acca di quello che dicono. Allora ne do una spiegazione personale».
Improvvisazioni?
«Essenziali. A Macerata, dove la Ricciarelli ha annunciato che avrebbe coinvolto Costantino in un’opera lirica, ho presentato un fotomontaggio: il corpo nudo di “Costa” con sopra la faccia di Baudo».
E poi c’è l’irresistibile performance virtuale con Michael Bublé.
«Credo sia la prima volta che una simile star si sia prestata (sia pure solo via audio): cantiamo insieme Home, lui in inglese, io in italiano. E almeno lì non posso sgarrare».
È probabile che Volevo fare il ballerino prosegua anche d’inverno, a Roma e Milano. E la tv?
«Stasera pago io non lo farò più e tornerò in tv solo se troverò un’idea nuova. Mediaset? Mi chiedono sempre “quand’è che torni a casa?”. Ma non precisano mai a fare che».
Bonolis l’avrebbe sostituito volentieri?
«Scherziamo? Teocoli s’è preso una bella responsabilità. Se farà anche solo un milioncino in meno di Paolo... apriti cielo».
E poi la Rai l’ha fatta arrabbiare, no?, mandando continuamente in onda spezzoni dei suoi successi...
«Eppure dovrebbero capirlo da soli. Io lavoro in amicizia, credo ancora nelle strette di mano, non firmo contratti miliardari.

Perché spremere la mia immagine fino all’osso?».

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