Volkswagen CrossTouran, versatile e un po’ robot

da Amsterdam

La possibilità di personalizzare un’auto è elemento sempre più decisivo. Dietro a questo fenomeno c’è un crescente desiderio di apparire senza ostentazione a cui Volkswagen sembra aver trovato la risposta giusta con i modelli firmati «Cross», trasformazioni in chiave Suv dei modelli più popolari. Prima è toccata a Polo, quindi a Golf e ora è la volta di CrossTouran, dedicata al monovolume medio, a sette posti, da poco entrato nella seconda serie. La metamorfosi non coinvolge il concetto del modello, che resta a due ruote motrici, ma riguarda (fatta eccezione per un impercettibile aumento dell’altezza da terra) esclusivamente l’estetica esterna e interna, fortemente caratterizzate in stile off-road, con paraurti maggiorati, fasce paracolpi, mancorrenti e con un largo ricorso alle finiture in colore nero. Nella versione Cross, il Touran di Volkswagen assume così un look più fresco e giovanile, sottolineato anche dai cerchi in lega che, con un vezzo da 4x4, montano pneumatici di maggiori dimensioni all’asse posteriore.
Resta, tuttavia, un’auto destinata all’uso quotidiano, per il quale CrossTouran schiera l’importante carta del ParkAssit, raffinato ed efficace dispositivo (opzione, raccomandata, a 700 euro) che aiuta il guidatore nelle manovre di parcheggio.

Non può provvedere a cercare lo spazio dove inserire l’auto, ma una volta trovato quello giusto (le dimensioni vengono valutate dal sistema), sarà Touran a fare tutto, e non dovremo nemmeno toccare lo sterzo. Sono tre le versioni di CrossTouran: 1.6 benzina e 102 cv e due turbodiesel, 1.9 (105 cv) e due litri (140 cv), entrambi equipaggiati di filtro per il particolato. Da 23mila euro.

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