Politica

Volontè: nessun ricatto sul federalismo

Il capogruppo udc alla Camera: vedremo se la coalizione «tiene» sulla riforma elettorale, la devoluzione l’abbiamo già votata a suo tempo

Francesco Kamel

da Roma

Luca Volontè, capogruppo udc alla Camera dei deputati, nella direzione nazionale il segretario Marco Follini ha detto: «Ora siamo in una situazione in cui o rompiamo o molliamo, ma per non rompere non possiamo mollare». Tradotto concretamente sul piano politico cosa vuol dire?
«L'Udc vuole continuare a essere da stimolo per il cambiamento della coalizione dopo le sconfitte elettorali nelle amministrative e soprattutto in previsione delle prossime elezioni politiche. Dentro la coalizione ma per far meglio».
L'Udc sta portando la propria attenzione sui temi dell'economia prendendo di mira la Finanziaria del ministro Siniscalco. Quali sono le vostre priorità?
«La priorità dell'Udc, insieme alle imprese e al Mezzogiorno, è da sempre la famiglia. E lo sarà ancora anche per la prossima legge Finanziaria. Rispetto alla bozza delineata da Siniscalco, come ha detto il senatore Ivo Tarolli, responsabile economico dell'Udc, c'è bisogno di un rifacimento».
Cos'è che non vi piace?
«Ad esempio il taglio di due miliardi di euro sull'Irap che certo non serve un gran che. Come non servono i 200 milioni di euro di risorse per il sostegno alla famiglia. Sono troppo pochi, uno schiaffo alle famiglie».
Ma come dice Berlusconi «la coperta è quella». Dove si possono andare a prendere le nuove risorse?
«Credo che si possa guardare a una possibile equiparazione a livelli europei della tassazione sulle rendite finanziarie, con esclusione delle rendite delle famiglie e dei Bot. Un provvedimento del genere libererebbe un paio di miliardi di euro da destinare proprio alle famiglie italiane».
Sembrava che il proporzionale fosse «saltato». Invece, il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto dice che è stato raggiunto un accordo tecnico nel centrodestra su una nuova ipotesi di riforma elettorale. Anche l'Udc è d'accordo?
«Bisognerebbe chiederlo al nostro responsabile di partito che partecipa al tavolo tecnico per l’Udc. Non ne so niente. Mi pare che ci sia una bozza che sarà valutata dai leader politici nei prossimi giorni e che toglie quegli aspetti duramente criticati dall'opposizione che ha parlato di “legge truffa”. Aspettiamo un’intesa dei leader della Cdl».
Lei è ottimista? La strada è in discesa per un ritorno al proporzionale?
«Come sempre sono realista. È sicuramente un passo avanti. Da quella che appariva negli ultimi anni come un’idea della sola Udc, siamo arrivati a una priorità dell'intera coalizione. Ora c'è da sperare che cominci anche un dialogo con l'opposizione».
Voi avete chiesto di «giannilettizzare» la riforma elettorale. C'è stato l'intervento del sottosegretario Letta per mediare tra le varie posizioni?
«Questo non glielo so dire».
Nelle prossime settimane ci sarà il voto sulla riforma costituzionale, sulla ex Cirielli, sulla Finanziaria. Se dovesse saltare la riforma elettorale l'Udc cosa farebbe?
«Mi sembra meglio guardare a un obiettivo per volta. Intanto è importante che l’intera maggioranza ritenga la legge elettorale proporzionale una priorità. Vediamo se la coalizione tiene questa evoluzione verso un sistema proporzionale. E comunque ricordo che la ex Cirielli e la devolution le abbiamo già votate a suo tempo».
Giovanardi pensa che la scelta di lasciare la Cdl può essere presa «solo passando attraverso un congresso straordinario». Lei è d'accordo?
«Il pensiero del ministro Giovanardi è nell'ordine delle cose.

Se l'Udc dovesse scegliere di andare da sola si dovrebbe convocare un congresso straordinario per decidere la nuova linea politica ed elettorale».

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