«Una volta si è presentata a casa la Finanza. Era di mattina presto, ho aperto la porta in pigiama. Volevano fare un controllo e ho iniziato a sudare freddo, a balbettare. Ho farfugliato che ero ospite di un vecchio amico di famiglia, che non mi ricordavo da quanto. Non mi sembrava vero, ma ci hanno creduto, o forse gli ho fatto solo pena». Marcello M., 23 anni, studia Scienze Politiche alla Sapienza. Non ha un contratto daffitto e paga 350 euro al mese per una stanza con balcone in via di Portonaccio, a metà strada tra la Tiburtina e la Prenestina.
È stata una sua scelta?
«Diciamo che il padrone di casa ha saputo essere molto convincente. In alternativa, con le carte in regola, avrebbe preteso 500 euro. Io con la differenza ci pago tutte le spese, anzi mi avanza pure qualcosa».
Non le pesa non avere garanzie?
«So che potrebbe mandarmi via da un momento allaltro, però in tre anni il prezzo è rimasto e quello e oggi potrei prenderci al massimo un posto letto in una doppia».
Che succede se si verifica un guasto o bisogna sostituire un elettrodomestico?
«Mi piacerebbe che il proprietario fosse solerte nel mandare un idraulico o nel sostituire la lavatrice così come lo è quando si tratta di ritirare la busta con i soldi.
Per esempio?
«Girare una volta al mese con tutti quei contanti in tasca, non poter fare un bonifico o un assegno. Sembrerà stupido e infantile, ma mi fa sentire un ladro».
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