Cultura e Spettacoli

Una via «Von Mises» per scordare la violenza

Solo pochi giorni fa, sulla spiaggia di Soverato, un killer ha ucciso a colpi di pistola Ferdinando Rombolà, nell’ultimo episodio di una faida di ’ndrangheta volta al controllo del territorio. Ma la stessa cittadina della costa ionica torna ora al centro della cronaca per ragioni del tutto diverse, dato che sarà il primo Comune d’Italia a dedicare una via al grande economista e scienziato sociale Ludwig von Mises. Su iniziativa del sindaco Raffaele Mancini, nelle prossime ore Soverato consacrerà infatti una strada a questo studioso ebreo che - con un celebre articolo del 1920 - svelò l’irrazionalità della pianificazione economica e in seguito dovette lasciare l’Europa per sfuggire alle persecuzioni antisemite.
C’è indubbiamente qualcosa di curioso in questo incrocio tra violenza e ricerca intellettuale, episodi luttuosi e iniziative culturali. Perché se c’è un Mezzogiorno che lavora per sconfiggere le organizzazioni mafiose (spesso legate ad ampi settori della politica), al tempo stesso c’è un Sud che costruisce e innova, offre occasioni di riflessione e confronto, elabora idee, avanza proposte originali. La decisione di gettare uno spruzzo di civiltà asburgica sulla toponomastica calabrese è infatti anche il frutto di un lavoro che da anni viene condotto da quanti animano la Fondazione Vincenzo Scoppa e la rivista Liberamente. Nel periodo estivo, Soverato ospita pure una serie di incontri su saggistica e letteratura (LiberaEstate) che si concludono con la consegna del Premio Internazionale Liberamente, quest’anno assegnato a Gianfranco Fabi, Francesco Sisci e Alessandro Vitale. Durante l’inverno, per giunta, la stessa Fondazione propone con successo una serie di incontri sulla teoria e la storia del liberalismo presso l’università di Catanzaro.
Discutere le idee di Locke o di Hayek, presentare un romanzo o anche dedicare una strada a uno studioso che pochi conoscono possono sembrare iniziative sterili. Eppure è vero il contrario, dato che solo il quotidiano impegno di chi elabora la possibilità di un futuro differente, basato sul rispetto del prossimo, può impedire che il Mezzogiorno resti prigioniero delle cosche e delle loro logiche.

Sul prossimo numero di Liberamente, tra l’altro, un articolo muoverà dalle tesi di von Mises e di altri liberali per discutere l’ipotesi di avere spiagge veramente private, gestite da proprietari in concorrenza tra loro e quindi obbligati a servire al meglio i clienti, investire, promuovere il turismo.

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