«Lo vorrei per nonno Come me è il simbolo di un’Italia positiva»

Miriam Leone: «Dopo la trasmissione mi ha detto brava. La politica? Mi piace»

«Lo vorrei per nonno Come me è il simbolo   di un’Italia positiva»

da Milano

Miriam Leone, la miss Italia che dà del nonno a Silvio Berlusconi.
«Ma vuoi mettere avere un nonno così? Ti può trasmettere tante esperienze. Il suo nipotino Alessandro è fortunato».
Imprenditore, fondatore di un partito, premier...
«E poi le case».
Eh sì, case. Ville vorrà dire.
«Sai che vacanze, per noi abituati ad andare in spiaggia libera al lido o ai giardini comunali».
Ma se ci fosse stato Romano Prodi, seduto accanto a lei nello studio di «Porta a porta», avrebbe detto la stessa cosa?
«Ma sì, dài. Solo che i suoi nipoti andranno in bicicletta... ».
Era emozionata, nella poltrona accanto al premier?.
«Moltissimo. Una serata surreale. Guardavo la gente in studio alla ricerca di uno sguardo umano che mi dicesse che non stavo sognando. Del resto vivo così».
In un sogno.
«Mi sveglio al mattino preoccupata che non sia vero niente, col timore che il vestito si trasformi nei jeans strappati e la corona in un cerchietto con la mollettina per i capelli».
È la sindrome di Cenerentola. E il principe azzurro chi è?
«Non c’è. Per ora mi accontento del rospo nel cassetto».
Certo che il premier a «Porta a porta» non le ha fatto nemmeno un complimento.
«Gli argomenti erano troppo seri per abbassare il tono».
Dopo però che le ha detto?
«Era blindatissimo, è andato via presto... ».
Non ci crede nessuno.
«Va be’, mi ha detto che oltre a essere bella sono anche brava. Ma è stato molto sobrio».
E dire che lei per conquistarlo ha detto persino di approvare il maestro unico.
«Ma io la penso davvero così. Il rapporto esclusivo con un maestro può dare molto di più».
Gioco della torre: Berlusconi o Veltroni?
«Tengo tutti e due, credo nella regola dello yin e yang: entrambi i poli sono necessari all’equilibrio. Spero riallaccino il dialogo, per il bene del Paese».
Mariastella Gelmini o Ignazio La Russa?
«Tengo La Russa: mi telefona tutte le mattine».
Prego?
«No, va be’, è che il mio collega di radio Etna Espresso, Alessio, lo imita benissimo».
Roberto Maroni o Mara Carfagna?
«Tengo la Carfagna: è una donna. E poi ha iniziato come me, dal concorso per miss Italia».
Ahi ahi ahi, un’altra che vuol far politica.
«La politica mi interessa, sì. Ma per ora cerco di restare con i piedi per terra, e di vivere questo ruolo con impegno».


È una responsabilità, essere miss Italia.
«Sono un simbolo, come il premier e come la Vezzali campionessa olimpica: in fondo rappresentiamo il lato positivo del Paese, che pur fra mille difficoltà è sempre il Bel paese».

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