Luciana Baldrighi
Ci troviamo davanti a un vero e proprio miracolo culturale: "I Vorticisti"; la prima esposizione dedicata al vorticismo organizzata in Italia, dopo quella di Hannover e di Monaco del 1966 e 1967.
Al Peggy Guggenheim Collection di Venezia (chiuso il martedì), a cura di Mark Antiff e Vivienne Green, aperta fino al 15 maggio, realizzata grazie all'interessamento dei direttori Kimerly Rorshach, Philippe Rylands e Penelope Curtis, ma anche al suo presidente Jennifer Blei Stockman e Peter Lawman e Peter Lawsan-Johston, la mostra offre l'opportunità di conoscere e comprendere un'avanguardia inglese sconosciuta se non agli addetti ai lavori. Un ringraziamento particolare va al British Council per il suo prezioso contributo.
La mostra del 1915 alla Galleria Dorè e nel 1917 a un'esposizione di New York divulgò il Movimento con le vortografie di Alvin Longdom Coburn. Fino agli anni Trenta, il "Vorticismo" , come fece notare Paul Edvards, segnò il culmine del modernismo in Inghilterra, riuscendo a scardinare il il conformismo vittoriano.
Il "Vorticismo" nasce proprio nel 1914 (il Manifesto Futurista è del 1909), ma il fenomeno man mano prese forza: la mostra del 1956 alla Tate Gallery a New York e quella del 1969 di Londra alla Offay Couper "Abstract Art in England (1913.1015), portò il movimento all'attenzione persino del mercato dell'arte internazionale. Contemporaneamente lo studente Richard Cock dell'Università di Cambridge fa entrare a pieno titolo nella storia dell'arte, grazie alla sua tesi di laurea, il fenomeno che si traduce in una grande esposizione "Vorticism and its Alies"; l'occasione fa uscire due volumi "Vorticism e Abstract Art in the first Machine Age" (1976).
Fu importante il Movimento rivoluzionario vorticista in quanto anche contestatore nell'ambito artistico, intellettuale e politico nella LOndra degli anni che predettero la Prima guerra mondiale.
Più di ogni altra avanguardia il Vorticismo si avvicina al Furismo anche se per parecchio tempo è stato solo notato da alcuni studiosi, così come negli Stati Uniti che lo riscoprirono grazie a John Quinn e alla notorietà di Ezra Pond e all'acquisto di opere di grandi collezionisti. Lo scopo dei vorticisti è affascinante e coinvolge ogni settore della vita politica inglese nel tentativo di superare l'inerzia culturale politica, civile e la tradizione statuaria di una nazione nel periodo edoardiano (il Regno di Edoardo VII, inizia nel 1910); al 1910 al 1914 si concentrano le iniziative vorticiste nel momento in cui l'arte moderna arriva dall'Europa. Il Post-Impressionismo, i Fauve, il Cubismo, il Futurismo e l'arte di Kandinsky e seguaci.
L'indebolimento della Camera dei Lord e il contesto socio-politico fa si che l'aristocrazia impaurita urli "Scandalo!!!". La militanza delle sufragette inglesi che chiedevano il voto per le donne, la crescita dei sindacati, l'indipendenza dell'Irlanda, portò allo sfociare della Prima guerra mondiale. La rivista "Blast" dal nome ambiguo ebbe molto successo, i suoi caratteri neri stagliavano in diagonale su una copertina rossa rosata. Nel 1914 l'Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo viene assassinato il 28 giugno e poche settimane prima la Germania invade il Belgio. A Londra il Vorticismo grazia anche alla sua rivista dilaga con forza e la sua fiamma e fa da contraltare alla reazione culturale angloamericana, al cubismo francese e al Furismo. Pound (1885-1972), da il nome al movimento e alla poetica e lo scrittore e pittore W. Lewis (1885-1963) e Edward W. Coburn (1882-1966) che espose le sue vortografie, celebrate come le prime fotografie astratte mentre Anton Giulio Bragaglia, creava il fotodinamismo futurista. David Bomberg e l'espatriato americano Jacob Epstein, pur rifiutando si associarsi al gruppo, realizzò disegni, dipinti e sculture con affinità all'immaginario vorticista. Il Gruppo di Londra, oltre a Bloomsbury comprendeva Vanessa Bell Grant, Roger Frey e gli artisti Omega-workshop; August John, considerato il genio post-impressionista insieme a John Duncan Fergusson, Anne Estelle Rice, il Gruppo guidato da Walter Sickert ruppero gli schemi della pittura e del teatro; Marinetti non mancò di aderirire e compariva con i suoi scritti su "Blast". Ma ciò che di bello emerge dalla mostra è' la scultura è "l'uomo macchina" di Epstein e le splendide sculture di Hanry Gadier Brezska, amico profondo di Pound che partì volontario per la guerra e morì giovane. Pound gli dedicò persino un'opera e lo scultore creò "Testa di Pound" e "Ritratto di Pound", nonchè varie sculture in legno o pietra, come "La danzatrice".
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