Al voto in 25 comuni milanesi Il Pdl: primarie con Lega e Udc

Al voto in 25 comuni milanesi Il Pdl: primarie con Lega e Udc

Primarie di coalizione nel centrodestra. Il Pdl mette in campo un’arma inedita per superare la sbandierata intenzione della Lega di correre con liste e candidati suoi alle prossime comunali.
Il voto di primavera è un test politico importante, ma anche una tornata amministrativa in cui saranno scelti 25 sindaci del Milanese; 25 Comuni pesanti per popolazione, territorio, valore simbolico, 13 dei quali sopra i 15mila abitanti. Occhi puntati, per esempio, su Sesto San Giovanni, per verificare che ne sarà di un sistema di consenso e potere che dura da decenni ma è stato scalfito in profondità dalle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex presidente della Provincia, Filippo Penati. Ma si vota anche ad Abbiategrasso, Magenta, Legnano, San Donato, Melegnano, Cernusco sul Naviglio, Senago, Buccinasco, Arese, Garbagnate.
Il tema politico del momento, sul fronte del centrodestra, è la potenziale, sbandierata (da parte leghista) rottura fra il Carroccio e il Pdl. I segretari territoriali leghisti, nelle dichiarazioni, lasciano ben poco spazio alla manovra, e ben pochi margini alla possibilità di un’alleanza. «La linea della segreteria federale - spiega il segretario della Martesana (Est Milano), Marco Rondini - è di andare ovunque con lista e candidato della Lega». Poche chanche, secondo i lumbard, anche di un accordo all’eventuale secondo turno. Lo conferma anche il segretario provinciale del “Ticino”, Stefano Candiani, il quale dà per poco probabile un accordo anche negli eventuali ballottaggi: «Mi sembra difficile - dice - avrebbe poco senso, comunque noi siamo in grado di vincere anche da soli, lo abbiamo dimostrato». Certo, il centrodestra 5 anni fa ha vinto in tutti e sei i Comuni del Nord Milano (il Ticino, appunto). Dunque la posta in palio è alta, come il danno che deriverebbe allo schieramento da un «divorzio». Ma spesso, come a Garbagnate, Buccinasco e Arese, la rottura si è già consumata. Comunque, i candidati leghisti già in campo nell’hinterland sono Luigi Ghilardi a San Donato, Riccardo Pase a Senago, Angelo Rocchi a Cernusco, e a Sesto San Giovanni l’ex senatore Celestino Pedrazzini. Il macigno che separa i due alleati storici - lo sottolineano a ogni pié sospinto da parte leghista - è la linea politica nazionale degli amici-nemici.
Da parte del Pdl non si dà per persa la speranza di un accordo, ma non ci si straccia le vesti di fronte alla possibilità che si verifichi una rottura. Comunque il coordinamento sta varando in queste ore la proposta che, secondo viale Monza, potrebbe contribuire a sciogliere alcuni nodi: le primarie di coalizione. «Si tratta di uno strumento - spiega il neo coordinatore Sandro Sisler - che si può usare, nei Comuni in cui serve, per scegliere il candidato migliore, soprattutto nei Comuni più grandi. Lo mettiamo a disposizione, ci rivolgiamo alle liste civiche e degli altri partiti, come l’Udc». E la Lega? «Spero che ci ripensino e che non corrano soli, altrimenti andremo soli o vediamo al secondo turno». Sarebbero proprio Sesto San Giovanni e a Magenta le due piazze in cui l’ipotesi-primarie è più concreta. Nel primo caso il Pdl ha tre nomi in campo: Antonio Lamiranda, Franca Landucci e soprattutto Massimo Milos, indipendente, presidente dell’associazione Imprenditori Nord Milano e della Pro Sesto, la squadra di calcio locale.
«Abbiamo rose di candidati in tutti i Comuni - spiega l’assessore regionale ed ex coordinatore provinciale Romano La Russa - ma siamo in attesa della Lega, speriamo in una ricomposizione ma siamo abituati al fatto che fino all’ultimo loro non sciolgono i loro nodi. Le nostre porte sono aperte - aggiunge - e per questo abbiamo dato questa disponibilità a usare le primarie, nei Comuni in cui fosse richiesto, perché noi siamo davvero federalisti.

E la offriamo alla Lega, come all’Udc e agli altri partiti». «La nostra priorità è ricomporre le alleanze, soprattutto dove governiamo insieme, nell’ottica di sbarrare il campo alla sinistra. È chiaro che chi scegliesse di rompere si assumerebbe una grossa responsabilità».

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