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Wikileaks, Assange paga 200mila sterline: libero "Respiro l'aria fresca, la giustiza non è morta"

L’Alta corte di giustizia di Londra: Assange liberato su cauzione. Il giudice Duncan Ouseley ha respinto l’appello presentato dalle autorità britanniche contro il rilascio del fondatore di Wikileaks. Le 200mila sterline versate in serata. Fuori e dentro l'aula i sostenitori del sito

Wikileaks, Assange paga 200mila sterline: libero 
"Respiro l'aria fresca, la giustiza non è morta"

Londra - Julian Assange è stato liberato su cauzione. A stabilirlo è stata l’Alta corte di giustizia di Londra. Il giudice Duncan Ouseley ha, infatti, respinto l’appello presentato dalle autorità britanniche contro il rilascio del fondatore di Wikileaks. L'avvocato Mark Stephens ha subito detto di avere i soldi necessari per la rimessa in libertà di Julian Assange, 200 mila sterline che verranno trasferiti oggi stesso.

Esulta Assange "La giustizia non è ancora morta": questo il primo commento di Assange appena uscito dal palazzo dell’Alta Corte di Londra dopo che i giudici gli hanno concesso la libertà su cauzione. "È magnifico sentire di nuovo l’aria frizzante di Londra" ha affermato il fondatore di Wikileaks che ha ringraziato tutti coloro che nel mondo hanno avuto fiducia in lui, i suoi avvocati e chi ha concesso le fideiussioni "nonostante le grandi difficoltà e le avversità". Assange ha ringraziato anche i rappresentanti della stampa e il sistema giudiziario britannico. "Durante il mio periodo di confino in una cella, ho avuto tempo di riflettere sulle condizioni di coloro che nel mondo sono isolati e sono in condizioni più difficili delle mie" ha spiegato il 39enne australiano. "Queste persone hanno bisogno anche loro delle vostre attenzioni e del vostro sostegno, spero di continuare il mio lavoro e di provare la mia innocenza" ha aggiunto.

La decisione del giudice Dopo novanta minuti di udienza il giudisce Ouseley ha dato luce verde alla scarcerazione di Assange in attesa dell’udienza sull’estradizione l’11 gennaio, fissando tra le condizioni alla libertà su cauzione che il capo di Wikileaks porti il braccialetto elettronico e che si rechi ogni giorno a firmare alla stazione di polizia: Assange dovrà risiedere nella villa dell’amico e sostenitore Vaughan Smith nel Suffolk. Non solo. Dovrà anche recarsi a firmare ogni giorno a una stazione di polizia. Problema: il commissariato di polizia più vicino alla casa di Vaughan Smith è a Beccles, ed è aperto solo tra le 14 e le 17 ma chiuso per gran parte di Natale.

I tempi della liberazione Il legale di Assange ha fatto sapere di avere già messo insieme la somma necessaria per rimettere in libertà il proprio assistito. Le 200 mila sterline saranno, infatti, trasferite oggi stesso. Tuttavia, risulta difficile che Assange sia liberato entro sera. "E' improbabile che Assange venga liberato già a partire da questa sera", ha spiegato all’Ansa uno dei rappresentanti legali del capo di Wikileaks a udienza terminata. Il ritardo, a quanto si apprende, sarebbe dovuto alle difficoltà tecniche del presentare materialmente alle autorità competente le garanzie e il denaro richiesto dal giudice.

Le mosse di Washington I procuratori federali americani vogliono incriminare Julian Assange di cospirazione e cercano prove che possano dimostrare che abbia incoraggiato ed aiutato Bradley Manning a violare gli archivi segreti del governo. È quanto rivela il New York Times, sottolineando come i procuratori stiano passando al setaccio una serie di documenti con l’obiettivo di dimostrare che Assange sia stato l’istigatore e non il semplice fruitore della violazione del sistema protetto del governo per la quale il soldato semplice, analista dell’intelligence militare in Iraq, è in prigione dallo scorso giugno e rischia una pesante condanna. In particolare, gli inquirenti si stanno concentrando sulle trascrizioni delle online chat che Manning ha avuto con Adrian Lamo, un ex hacker che alla fine, preoccupato dalle dichiarazioni del soldato, ha avvisato l’Fbi. In quelle consersazioni online, Manning affermava di essere in contatto diretto con Assange, attraverso una linea Internet criptata, mentre stava scaricando i file governativi.

Inoltre Manning ha sostenuto che Assange gli avrebbe fornito accesso ad un server dedicato per poter scaricare sul sito di Wikileaks parte del materiale sottratto.

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