Roma - Edoardo e Francesco Molinari difendono i colori azzurri nella 53a edizione dell’Omega Mission Hills World Cup (22-25 novembre) che scatta al Mission Hills GC di Shenzhen. Si giocherà su uno dei dodici percorsi del mega complesso cinese, che si estende su un’area di 77 chilometri quadrati, tra le città di Shenzhen e Dong Guan, tutti disegnati da grandi campioni. Quello scelto è opera di Josè Maria Olazabal, che non parteciperà però all’evento dopo aver dato in un primo momento la sua disponibilità. Il tracciato si caratterizza per i numerosi bunker, molti dei quali rendono la vita difficile a chi si insabbia. In campo 28 rappresentative nazionali che si affronteranno secondo la nuova formula (due giri fourballs e due foursome alternati) in vigore dal 2000, che ha sostituito l’originaria Canada cu’ (somma degli score medal dei due giocatori del team) da quando la World Cup è entrata tra le quattro gare del World Golf Championships, il cosiddetto circuito mondiale. La nuova gestione, oltre ad assicurare un bel futuro all’evento, molto traballante dal punto di vista economico, ha anche portato un notevole incremento del montepremi salito quest’anno a cinque milioni di dollari. Quando il torneo è stato rilevato ne offriva 1.500.000.
Alla World Cup vengono ammesse le diciotto nazioni di appartenenza dei primi diciotto giocatori di Paesi diversi del World Ranking, mentre le altre dieci si guadagnano il pass nelle prequalifiche che si disputano in Asia e in America Centrale. L’Italia si è assicurata il visto con quarto posto conseguito ai Caraibi dopo spareggio con Paraguay (ammesso) e Venezuela (fuori). Malgrado l’appetibile montepremi buona parte dei giocatori di maggior spicco che avevano garantito il posto alla propria nazione hanno dato forfait e, in qualche occasione, non scenderanno in campo neanche le seconde o le terze linee. È il caso degli Stati Uniti, promossi da Tiger Woods, che si affideranno a Heath Slocum e Boo Weekley, coppia che non è certo tra le favorite. Si lasciano preferire il Sudafrica che schiera Retief Goosen e Trevor Immelman e l’Inghilterra con Justin Rose, numero uno europeo e vincitore a Valderrama, e Ian Poulter, annunciato in gran forma dopo il successo di domenica scorsa nel Dunlop Phoenix Tournament in Giappone. Abbastanza solide le compagini della Svezia (Robert Karlsson/Peter Hanson), della Thailandia (Thongchai Jaidee/Prayad Marksaeng), che ha vinto la prequalifica asiatica, dell’Argentina (Andres Romero/Ricardo Gonzalez), della Danimarca (Anders Hansen/Soren Hansen) e del Galles, con Stephen Dodd e Bradley Dredge che vinsero nel 2005.
Nel Seve Trophy hanno dimostrato di essere un ottimo duo in doppio i francesi Raphael Jacquelin/Gregory Havret, mentre sono molto attesi dal pubblico di casa i cinesi Liang Wen-chong e Zhang Lian-wei.
Hanno poche chances di confermare il titolo i tedeschi (Martin Kaymer/Alex Cejka) che l’anno scorso si imposero con Bernhard Langer e Marcel Siem. Quanto agli azzurri si attende una prova di carattere, ma molto dipenderà dalle condizioni di Edoardo Molinari, negli ultimi tempi alle prese con una tendinite al polso e che non gioca dal circa un mese- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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