World Cup, Scozia in buca Battuti gli americani

La Scozia di Colin Montgomerie e Marc Warren ha vinto l’Omega Mission Hills World Cup a Shenzhen in Cina, battendo con un par alla terza buca di spareggio gli Usa di Slocum e Weekley. L’Italia dei fratelli Molinari al 17° posto

World Cup, Scozia in buca 
Battuti gli americani

Shenzen - La Scozia di Colin Montgomerie e Marc Warren (263 - 63 68 66 66) ha vinto la 53a edizione dell’Omega Mission Hills World Cup, che si è svolta al Mission Hills GC di Shenzhen in Cina, battendo con un par alla terza buca di spareggio gli Stati Uniti di Heath Slocum e Boo Weekley (263 - 61 69 66 67). Al terzo posto con 264 (64 71 62 67) la Francia (Gregory Havret/Raphael Jacquelin), al quarto con 265 l’Inghilterra (Ian Poulter/Justin Rose), al quinto con 267 il Sudafrica (Retief Goosen/Trevor Immelman), al sesto con 268 la Svezia (Robert Karlsson/Peter Hanson), l’Olanda (Robert-Jan Derksen/Maarten Lafeber), l’Argentina (Andres Romero/Ricardo Gonzalez) e Germania (Martin Kaymer/Alex Cejka), che difendeva il titolo. L’Italia di Francesco ed Edoardo Molinari ha chiuso al 17° posto con 276 colpi (65 68 69 74) dopo un 74 nella frazione finale (formula foursome). Gli azzurri avevano iniziato bene, con un parziale di «meno 3» a metà tracciato, poi hanno avuto un cedimento che si è evidenziato in particolare nelle ultime quattro buche in cui hanno perso quattro colpi con due bogey e un doppio bogey, scendendo dall’undicesima posizione. In sostanza un bella prestazione per 68 buche, con il top dopo il secondo giro nel quale i Molinari si sono portati al quinto posto, a tre colpi dagli Stati Uniti. In finale del torneo è stato avvincente e ricco di colpi di scena. La Scozia, dopo un «meno 2» a metà giro, è passata decisamente all’attacco e con un «meno 4» nell’arco di cinque buche si è portata al comando con «meno 25» con due colpi di vantaggio su Stati Uniti, in vetta sin dalla partenza, Francia e Inghilterra.

Alla buca 15 francesi e americani hanno realizzato un birdie e si sono posti sulla scia dei leaders. Quando è iniziata la buca 18 Montgomerie e Warren erano già in club house a seguire gli eventi in TV con aria molto rilassata. Mentre l’Inghilterra riusciva soltanto a mantenere la quarta posizione, Stati Uniti e Francia tentavano di arrivare al play off. Il secondo colpo di Weekley era perfetto e permetteva a Slocum di realizzare il birdie necessario, invece Havret mandava la palla ai limiti del green e il par consentiva ai transalpini soltanto di mantenere in solitudine la terza posizione, peraltro meritatissima. Convinti forse che il play off fosse solo eventualità remota Montgomerie e Warren, che lo scorso anno avevano perso il torneo in spareggio contro i tedeschi Bernhard Langer e Marcel Siem, non avevano al rientro in campo la tensione giusta. Dal tee della buca 18, scelta per lo spareggio (par 4, metri 421), il primo con driver spediva la palla in un bunker di fairway e Warren con il secondo colpo trovava la sabbia a destra della bandiera. Nel frattempo Weekley aveva messo in condizioni Slocum di puntare al birdie da un paio di metri. Toccava giocare, però, prima agli scozzesi. Era corta l’uscita di Montgomerie, ma Warren veramente straordinario sul green realizzava il par della speranza imbucando da circa cinque metri. Slocum, forse finito sotto pressione per la prodezza dell’avversario, non dava al putt la forza giusta e la pallina si fermava sulla buca. A quel punto gli scozzesi riprendevano tono e piena concentrazione. Alla seconda buca entrambe le formazioni sfioravano il birdie dalla distanza e alla terza un errore di Slocum, che rimaneva troppo corto alla bandiera con il terzo colpo, lasciava via libera al par vincente della Scozia, che ha così conquistato per la prima volta la World Cup dopo averla perduta due volte al play off, nello scorso anno come già ricordato, e nel 1987.

I due scozzesi si sono divisi la prima moneta di 1.600.000 dollari su un totale di 5.000.000 di dollari a disposizione dei 28 team partecipanti. La World Cup si disputerà anche nei prossimi undici anni sul mega complesso cinese del Mission Hills GC, che si estende su un’area di 77 chilometri quadrati, tra le città di Shenzhen e Dong Guan, e che dispone di dodici percorsi tutti disegnati da grandi campioni. Quello scelto nell’occasione è stato realizzato da Josè Maria Olazabal (che non ha potuto partecipare all’evento, dopo aver dato in un primo momento la sua disponibilità, per problemi fisici).

Il tracciato, caratterizzato da numerosi bunker e con dei green dalla lettura molto difficile, ha impegnato severamente i concorrenti. È stata l’ultima gara stagionale del World Golf Championships, il circuito mondiale che comprende anche l’Accenture Match Play, il Ca Championship e il Bridgestone Invitational.

 

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