Controcultura

X Factor è perfetto ma Manuel Agnelli un po' meno...

Il congegno è un meccanismo a orologeria con i tempi giusti, mai una sovrapposizione o una lungaggine

X Factor è perfetto ma Manuel Agnelli un po' meno...

Se già sul piccolo schermo X Factor riesce a tenerci incollati al divano per quasi tre ore, la visione dal vivo conferma che questo è il migliore programma nella storia recente dell'intrattenimento televisivo. E nonostante sia arrivato alla decima edizione non dà segni di stanchezza né di manierismi.

Il congegno è un meccanismo a orologeria, semplicemente perfetto, i tempi giusti, mai una sovrapposizione o una lungaggine. Straordinaria la maestria degli autori nel gestire una produzione sfarzosa, da musical hollywoodiano, pur mantenendo quel clima confidenziale tipico della tv italiana.

Il valore aggiunto sta certo nelle scenografie di Luca Tommassini, qualcosa di più di semplici fondali o balletti. Il coreografo romano lavora su ciascuno degli interpreti valorizzandone lo stile, talora ricorrendo alla cultura alta, per esempio a citazioni di arte contemporanea che vanno da Twombly a Maurizio Cattelan, passando per Basquiat. E l'altro Cattelan, l'Alessandro, è sempre un ottimo padrone di casa.

Nella puntata di giovedì, dove hanno sfilato l'ultimo idolo delle teenagers Shawn Mendes e quel Robbie Williams che cerca l'ennesimo rilancio discografico, la gara è entrata nella fase calda. Dei dieci concorrenti è stata eliminata Silva Fortes per colpa di una straziante versione di Life on Mars? di Bowie in portoghese: lo ha detto Fedez, come vedere Gomorra doppiato in coreano. La bocciatura ha evidenziato che Manuel Agnelli, nel ruolo di giudice ficcante e convincente, quando si tratta di affidare i brani ai suoi cantanti spesso commette macroscopici errori di valutazione. Anche la pur talentuosa Eva Pevarello con un difficile mash up tra Iggy Pop e Amy Winehouse non ha infatti convinto del tutto.

Non è comunque semplice scovare talenti autentici, soprattutto tra le voci femminili troppo urlate e molto simili tra loro. Tra il professionismo ineccepibile di Gaia Gozzi alle prese con Janis Joplin e gli strilli di Diana Lou nel rifare Miley Cirus, è di gran lunga migliore Roshelle, cui si può pronosticare un futuro interessante. Su di lei Fedez ha lavorato come un vero producer. Tra loro il feeling è qualcosa che sembra andare oltre la gara, dicono i beninformati del gossip; Chiara Ferragni, arrivata da Los Angeles con l'ultimo volo, si è intanto premunita di marcare il territorio attorno all'illustre fidanzato, che comunque tra i giudici è il più bravo e competente.

Altre esibizioni interessanti, i Soul System nel dipingere di nero il bianchissimo Ed Sheeran, e il brutto anatroccolo Loomy, salvatosi in extremis dopo essersi cimentato con Vasco Rossi, non proprio il suo pane, e difeso a spada tratta da Arisa, che quando si arrabbia ricorre al dialetto lucano e al turpiloquio.

Tutto il contrario di Alvaro Solar, sempre carino, sempre a posto, anche quando deve stangare un concorrente.

Commenti