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Yankee battuti due volte E nel ’90 c’era già Keller

Elia Pagnoni

Italia-Usa non è una novità. Anzi. Sembrerà strano, ma è stata la prima partita in assoluto della nazionale italiana in un campionato del mondo. Assenti nel 1930 (l’Uruguay era lontanissimo...), gli azzurri debuttano nel mondiale organizzato in Italia nel 1934 e l’appuntamento di apertura, come si addice ai padroni di casa, è di quelli morbidi: con gli Stati Uniti appunto. La data è quella del 27 maggio 1934, lo stadio è quello romano del Partito Nazionale Fascista, che sorgeva dove oggi c’è il Flaminio. E gli azzurri scoprono il nome dell’avversaria solo tre giorni prima, quando gli Stati Uniti conquistano la qualificazione battendo 4-2 il Messico nella finale del gruppo americano disputata bizzarramente proprio a Roma.
Vittorio Pozzo può dunque scoprire di persona il tasso tecnico non certo eccezionale degli americani, anche se proprio la sfida con il Messico esalta un oriundo napoletano, Aldo Donelli, che firma da solo il poker che consegna il passaporto mondiale agli Stati Uniti. Il ct capisce comunque che, a parte questo italiano d’America, non ci sarà molto da preoccuparsi degli Usa. E infatti gli azzurri passano agevolmente ai quarti di finale (allora si giocava tutto il torneo ad eliminazione diretta) sommergendoli con un pesante 7-1 (il punteggio più ampio della nostra storia mondiale) in cui si esaltano Angiolino Schiavio, il bomber del Bologna, autore di una tripletta, e il nostro oriundo, Mumo Orsi, con una doppietta. Ferrari e Meazza completano il settebello e l’Italia vola verso il suo primo titolo.
Cinquantasei anni dopo, il mondiale torna in Italia e gli azzurri ritrovano gli americani. Si gioca sempre a Roma, il 14 giugno, ma questa volta lo stadio è l’Olimpico appena rimesso a nuovo. Gli Usa sono i secondi avversari (come domani) nel girone di qualificazione e anche nel ’90 gli azzurri arrivano da un esordio vincente. La squadra americana ha sempre le credenziali della cenerentola, rimedia un pesante 5-1 dai cechi (guarda la combinazione) nella partita d’esordio, ma questa volta fa soffrire l’Italia di Vicini fino in fondo. Segna Giuseppe Giannini dopo 11 minuti, poi è il buio, anche perché Vialli sbaglia un rigore e chiude praticamente qui la sua avventura mondiale, lasciando spazio a Totò Schillaci e alle sue notti magiche. L’1-0 comunque basta per passare il turno.

Una curiosità: domani in campo ci sarà un reduce di quella sfida, il 37enne portiere Kasey Keller, allora 21enne panchinaro.

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