Zisis e Mordente, il vino a canestro

Forse è anche merito del vino che producono insieme, un rosso che si chiama Zimor, frutto dell'amicizia nata quando giocavano a Treviso dove hanno le viti, merito della loro voglia di essere giocatori di squadra, al servizio degli altri: Marco Mordente, anima e braccio armato dell'Armani, e Nicolas Zizis, greco di Salonicco, il fosforo che serviva a Siena per completare un centrocampo illuminato dalle magie di McIntyre, sono i protagonisti di una settima giornata che comincia con lo sventolio dei fazzoletti che aiutano i coccodrilli ad asciugare le lacrime per il divorzio fra Carlo Recalcati e la Nazionale che ha guidato per otto anni, prima sorprendendo tutti, poi scoprendo che nella cantina non c'era rimasto quasi più niente.
Se sabato sera qualcuno ha visto la vittoria dell'Armani del teramano Mordente sul campo abruzzese, si sarà chiesto dove poteva mai andare una nazionale con un regista come Poeta che non sente la musica oltre i suoi ostinati palleggi, con un’ala forte come Valerio Amoroso che ha cuore, si batte come un leone, ma perde anche spesso la testa e la misura se in una giocata sbagliata (fallo e tecnico) può regalare 7 punti nel momento più delicato della rimonta Tercas sull'Armani che, anche dopo la terza vittoria consecutiva, continua a dare l'impressione di non essere una squadra felice, con le idee chiare, se a risolvere i suoi problemi sono appunto il Mordente messo spesso in un angolo, il Bulleri borbottante che non sembra mai sano e Mason Rocca, il più atipico dei centri.
Zizis ha ritrovato con Siena l'ispirazione per il suo gioco, perduta per colpa sua nel sistema di Messina al Cska, lo si è visto sette giorni fa a Biella e soprattutto ieri quando il Montepaschi ha lasciato due tempi all'illusione di Roma (16-19 con la Lottomatica affidata ad un quintetto di 5 stranieri, caro presidente Petrucci, 40-38 con tiro sulla sirena di McIntyre) prima di spegnere la luce: nel terzo quarto la squadra di Nando Gentile ha segnato il primo canestro dopo 6' quando Siena era già in fuga per l'ennesima vittoria, quella che l'avvicina al millesimo giorno d'imbattibilità nel campionato nazionale, anche se domenica andrà sul campo di Avellino avvelenata dalla prima sconfitta stagionale. Contro i campioni non basta illudersi e giocare bene per un po', devi stare in battaglia sempre, ma Roma è svanita e nei secondi 20' di partita ha segnato in tutto 20 punti, arrivando, per grazia ricevuta, a 58 in tutto.
Adesso Pianigiani si ritrova un’investitura obbligata per la Nazionale, anche se, visti certi giocatori che erano con l'Azzurra di Recalcati, ci si domanda se basterà la passione e la competenza per andare a risolvere una situazione così balorda, aggravata dai ritardi nelle soluzioni tecniche, dal tartufismo di chi accusa le grandi società di non fare quello che sarebbe compito di una Federazione seria.

Comunque sia qualche segnale arriva, se nella vittoria di Biella a Cantù uno dei protagonisti è stato il ventunenne sassarese Massimo Chessa, se nel sorprendente successo di Varese sulla Treviso inciucchita da complimenti prematuri, l'uomo della partita è diventato il ventenne Nicolò Martinoni, cresciuto nella storica Robur, allevato proprio al Benetton che lo ha lasciato in prestito alla Cimberio.

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