Gian Micalessin
Ora non è più soltanto una semplice carota. Ora lofferta dellUnione Europea è un menù ricco e raffinato presentato su un piatto dargento. Un piatto che potrebbe contenere un reattore nucleare ad acqua leggera regalato chiavi in mano in cambio della disponibilità iraniana a sospendere le operazioni di arricchimento delluranio.
«Londra, Parigi e Berlino, dintesa con Javier Solana, stanno pensando di offrire allIran un reattore ad acqua leggera fabbricato in Europa in cambio della sospensione del loro programma», hanno spiegato ieri fonti diplomatiche europee. Unofferta irrinunciabile, soprattutto se paragonata al nodoso bastone che lAmerica vorrebbe brandire in caso di un nuovo irriducibile rifiuto. Neppure quel gioiello della tecnologia capace di soddisfare il desiderio di energia nucleare assai meglio degli antiquati reattori russi di Busher sembra, però, soddisfare le ambizioni iraniane.
«Se rifiutano anche questa collaborazione allora significa che desiderano qualcosa di diverso», aveva detto lunedì il responsabile della politica estera europea Javier Solana riferendosi al pacchetto di incentivi che la Ue intende proporre allIran per convincerlo a sospendere le sue attività nucleari. Ma Teheran è pronta a rifiutare anche questa offerta di cooperazione e respinge con durezza e sdegno i sospetti sulle sue intenzioni nucleari. «Solana dovrebbe evitare affermazioni irresponsabili», dichiara il portavoce del ministero degli Esteri Hamid Reza Asefi intervenendo davanti alle telecamere della Tv iraniana. «Sembra che dopo tre anni di trattative e le chiare affermazioni dellIran sulla natura pacifica del suo programma prosegue il portavoce il responsabile della politica estera della Ue abbia ancora dubbi nel riconoscere i diritti garantiti dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp)». Tra questi diritti, insiste Teheran, vi è quello di dotarsi della tecnologia per larricchimento delluranio. «Nessun accordo internazionale ci può privare di questo diritto, e la nostra decisione di difenderlo è certa e irreversibile».
Questo atteggiamento irremovibile non aiuta certo gli europei, che venerdì, secondo le indiscrezioni filtrate da Bruxelles, cercheranno di far ingoiare a Washington la proposta del reattore ad acqua leggera. Di fronte a un rifiuto anticipato gli europei potrebbero anche rinunciare a convincere Washington, che sembra assolutamente contraria ad offrire tecnologia sofisticata allIran. La posizione europea e quella iraniana resteranno comunque fluttuanti almeno fino a venerdì prossimo, quando il pacchetto di incentivi verrà esaminato a Londra dai cosiddetti «tre grandi europei» (Germania, Gran Bretagna e Francia) assieme ai rappresentanti di Stati Uniti, Cina e Russia.
Lappuntamento servirà a decidere se prolungare la campagna dincentivi affidata agli europei o tornare al Consiglio di sicurezza per varare, come vorrebbero gli Stati Uniti, una risoluzione garantita da quellarticolo 7 dellOnu che prevede luso di sanzioni e - come ultima possibilità - limpiego della forza. I tempi non sembrano, però, maturi per un ritorno della questione iraniana al Palazzo di Vetro.
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