La pausa pranzo che Milano non ha mai dimenticato

Milano, 6 maggio 2009. Pasqualina Labarbuta si ferma su una panchina per la pausa pranzo. Pochi minuti dopo, una coltellata al cuore la uccide. Nessuna rapina, nessun movente, solo un uomo con un giubbotto bianco che fugge.Sedici anni dopo, il mistero resta: un solo fendente perfetto, un coltello sardo abbandonato nell’erba, una traccia di DNA che non porta a nessuno.Chi ha colpito Pasqualina? E perché proprio lei, quel giorno?L’analisi completa del giornalista investigativo Alessandro Politi è online sui social e i canali de IlGiornale.

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