Gentile direttore,
il Giornale diverse volte si è espresso a favore della mia proposta di legge per l'introduzione della videosorveglianza in asili nido e ricoveri per anziani e disabili. Per questo la ringrazio. Mi sembra perciò doveroso aggiornare i suoi lettori e spiegare a che punto sia l'iter legislativo del provvedimento. Ho presentato questa proposta nel 2009, non appena entrata alla Camera, quando ancora questi casi di maltrattamento non erano all'ordine del giorno. Trovavo assurdo, già allora, che vivendo costantemente videosorvegliati in ogni dove, le videocamere non fossero presenti proprio nei luoghi che ospitano i soggetti più fragili e indifesi. Oggi, finalmente, spero che qualcosa cambierà perché ci troviamo a una svolta decisiva. Da relatrice del provvedimento al Senato ho elaborato il disegno di legge che la Commissione Affari Costituzionali ha adottato come testo base. Il testo che ho scritto parte da un presupposto fondamentale: la videosorveglianza dev'essere obbligatoria in tutte le strutture pubbliche e private. La mia proposta è profondamente diversa da quella approvata alla Camera in autunno, che prevede solo la libera facoltà lasciata alle strutture e che stanzia la cifra del tutto insufficiente di 15 milioni. Il mio disegno di legge, al contrario, prevede l'obbligo delle videocamere e uno stanziamento di 126 milioni a tale scopo. Un grande traguardo, che sono riuscita a raggiungere grazie a un lungo lavoro di approfondimento e trattativa con la maggioranza, che ringrazio per la collaborazione. Il testo che ho scritto contiene anche altre importanti novità, come l'aumento delle pene per insegnanti e operatori che maltrattano chi è stato affidato alle loro cure e l'interdizione degli stessi all'esercizio della professione. Sono previste, inoltre, severe sanzioni amministrative per i responsabili legali delle strutture che non si doteranno delle videocamere, le risorse che ne deriveranno andranno ad alimentare un Fondo statale predisposto per la videosorveglianza. Tra le norme, anche una delega al governo affinché legiferi per imporre requisiti più stringenti e la presenza di personale qualificato alle case famiglia per anziani e disabili. Si tratta di strutture a cui attualmente basta una semplice comunicazione di inizio attività per aprire che non ne garantisce la qualità del servizio, per cui serve imporre loro procedure di autorizzazione più rigorose e adeguate. Il nuovo testo prevede tanto altro, non solo la videosorveglianza dunque ma anche strumenti per migliorare la formazione degli operatori e garantire maggior prevenzione. Il Parlamento sarà chiamato a esprimersi su un provvedimento che in qualche modo investe le coscienze di tutti noi. Anziani, bambini e disabili molto spesso non sono in grado di comunicare il proprio disagio e a volte non sono neanche consapevoli dei maltrattamenti subiti, per questo penso che lo Stato abbia il dovere di mettere in campo ogni misura possibile per proteggerli. Il mio disegno di legge parte dal presupposto che l'interesse di questi soggetti sia superiore a qualunque altro e vada tutelato, sempre. Non c'è privacy che tenga se dobbiamo difendere nonni, figli, parenti disabili. La scorsa legislatura, alla Camera, da relatrice della mia proposta di legge sono riuscita a portare l'Aula alla prima approvazione del testo, che poi si è bloccato al Senato.
Quest'anno, ironia della sorte, sono relatrice del provvedimento proprio al Senato e farò tutto quanto è in mio potere per arrivare in Aula con il miglior testo possibile. L'intento è quello di dare al Paese una legge che funzioni davvero, mi auguro con tutto il cuore che questa sia la volta buona.di Gabriella Giammanco
senatrice Forza Italia
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.