Roma La corsa all'oro di Bankitalia viene bruscamente interrotta da Ignazio Visco, il numero uno dell'Istituto. Il governatore sbarra la strada alle mire del governo Carroccio- Cinquestelle e in particolare del presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, che ha sempre negato di voler usare quelle riserve ma che allo stesso tempo ha messo a punto un ddl ad hoc per stabilire a chi appartengano davvero. Visco ribadisce che quell'oro è di Bankitalia e che dunque è bene che il governo si dia pace perché quei lingotti non si toccano. «L'oro è una piccola componente delle attività, è della Banca d'Italia e non può essere utilizzato come finanziamento monetario delle attività del ministero dell'Economia», ha chiarito il governatore di Bankitalia presente al Board Forum 2019 di Spencer Stuart. Visco ha quantificato le riserve auree dell'istituto «tra gli 80 e i 90 miliardi di euro, a seconda delle oscillazioni del prezzo» dell'oro. «Questi 85 miliardi sono parte delle attività complessive di Bankitalia per 900 miliardi -ha precisato Visco- L'oro rappresenta meno del 10 per cento del totale». Visco si è anche stupito del fatto che la questione sia stata sollevata perché, ha detto, «sono cose pacifiche che francamente non sono nemmeno troppo complesse da comprendere».
L'incontro di ieri ha anche dato modo al governatore di replicare alle parole del vicepremier, Luigi Di Maio, in modo piuttosto tagliente. Il ministro dello Sviluppo economico presentando a Torino il Fondo Nazionale per l'innovazione aveva professato fiducia in Bankitalia, assicurando che sul tavolo «non c'è nessun tema di sfiducia».
Piccata la risposta di Visco: «Ci mancherebbe altro, non ci deve essere alcun dubbio su quello che fa Bankitalia e per chi lo fa. In Banca d'Italia si fa il massimo per la comunità e il Paese, non si fa tutto a Francoforte, come spesso si dice».
Visco poi è stato cauto sull'ipotesi di un nuovo acquisto di titoli di Stato da parte delle banche grazie anche ai prestiti della Bce. Anche se in passato «è stato positivo per il governo e per gli stessi istituti di credito dopo la crisi» non si può immaginare che diventi «una caratteristica strutturale». Visco non è voluto entrare nel merito di un possibile nuovo Tltro, ricordando che «si tratta un tema di stabilità finanziaria». Da tempo circola l'ipotesi che la Bce potrebbe mettere in campo un nuovo round di operazioni di rifinanziamento per sostenere l'economia europea in frenata e anche le banche italiane.
Le parole di Visco però non piacciono al leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Il governatore Visco sostiene che le riserve auree italiane sono di proprietà di Bankitalia.
- attacca la Meloni- Non si è fatto sfuggire l'occasione dopo che qualche giorno fa il premier Conte aveva incredibilmente sostenuto questa assurdità rispondendo in Parlamento a un quesito di Fratelli d'Italia. L'oro è degli italiani, non dei banchieri. Siamo pronti a dare battaglia in ogni sede e a portare gli italiani in piazza se sarà necessario».
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