Giù la maschera

Leggi o ti sparo

Una settimana fa diventò famoso per un giorno, che di questi tempi è tantissimo

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Una settimana fa diventò famoso per un giorno, che di questi tempi è tantissimo. Un alunno del liceo Righi di Roma, minorenne, durante una visita scolastica in Senato mimò il gesto della pistola contro Giorgia Meloni. Ragazzo non così intelligente da capire di aver fatto un'idiozia, il giorno dopo precisò di aver solo ripetuto un atto tipico di Autonomia operaia, promettendo una lettera di scuse. «Ma con saluti antifascisti». Un'altra antica tradizione della sinistra: puntare una pistola alle spalle e farlo passare per una contestazione.

Bene. Anzi, male. Ieri il Consiglio di classe della scuola ha deciso la sanzione da infliggere al temerario rivoluzionario. Un giorno di sospensione («Olé, domani si sta a casa!») e un libro da leggere (vada per la sospensione, ma la cattiveria del libro obbligatorio...). La destra confida sempre nel condono dei reati, la sinistra fa come se non esistessero.

Comunque. Sorvoliamo sul fatto che un gruppo di professori consideri la lettura una punizione. Ed evitiamo stucchevoli paragoni politici (se un giovane di CasaPound avesse rivolto lo stesso gesto alla Schlein sarebbe al 41bis). Concentriamoci piuttosto sul libro da leggere. Quale sarà? Impero di Toni Negri? Un pamphlet di Adriano Sofri? Un manuale di addestramento al tiro con la pistola? Vabbè. Qualsiasi cosa a questo punto va bene.

Come insegna Daniel Pennac, scrittore che piace molto alla sinistra Feltrinelli style, «Ogni lettura è un atto di resistenza».

In questo caso con la «R» maiuscola.

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