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"Vive in un bidone del petrolio". L'affondo di Grillo a Di Maio

Il fondatore del Movimento 5 Stelle prende di mira il suo ex "figlioccio" ora inviato speciale dell'Ue nel Golfo: "Solo il nome mi inquieta un po'". Per una volta Conte non viene neanche nominato

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Nemmeno il tempo è riuscito a scalfire le acredini tra due, nonostante per qualche mese entrambi avessero avuto come obiettivo quello di far fuori Conte dal Movimento 5 Stelle. E così Beppe Grillo non ha avuto pietà nei confronti di Luigi di Maio, suo vecchio pupillo ai tempi dell'apice dei grillini e ora "semplice" inviato speciale dell'Unione europeo nel Golfo Persico. L'occasione è la tappa del suo tour teatrale al Nazionale di Milano dove, nonostante la politica venga volutamente confinata in un angolo marginale, lo storico fondatore del partito pentastellato riesce a infilare una serie di battute pungenti nei confronti dell'ex capo politico del movimento nato quindici anni fa, che allo stesso tempo ignora del tutto Conte.

L'ex vicepresidente del Consiglio - in un periodo nel quale, tra l'altro, deve istituzionalmente seguire tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente - viene preso di mira da Grillo nel suo show intitolato "Io sono un altro" e di certo le parole dedicate a Di Maio non sono composte da zucchero e miele. Il comico genovese va subito diretto nella battuta contro l'esponente politico campano: "Solo il nome mi inquieta un po'", è l'inizio del pungente passaggio anti-dimaiano. Per poi infierire ulteriormente, seppur anche con (finti) complimenti: "Era politicamente il più bravo di tutti. Ministro del Lavoro, ministro degli Esteri, ora è un diplomatico. Vive dentro a un bidone di petrolio e, quando si abbassa il prezzo, esce", afferma.

Renzi: "Chi volete che lo ascolti Di Maio"

C'è da sottolineare che è molto probabile che a Di Maio siano fischiate un po' le orecchie nelle scorse ore. Perché, oltre a Grillo, ci si è messo pure Matteo Renzi ad attaccare sapidamente l'ex ministro dello Sviluppo economico, in questa sorta di breve strana alleanza contro Giggino. Il leader di Italia Viva, intervistato da Sky, punta direttamente il dito proprio sul suo impiego per l'Ue. Nel farlo, parte dalla guerra tra Russia e Ucraina: "Quando è partita l'aggressione criminale di Putin all'Ucraina abbiamo detto che era giusto mandare le armi e sanzionare la Russia – ricorda – ma contemporaneamente l'Europa doveva fare un inviato speciale, e io proposi Merkel e Blair, per parlare con Putin e Zelensky per chiudere la partita". Quindi l'affondo: "Lo stesso vale in Medio Oriente, dove l'inviato speciale dell'Unione europea è Luigi Di Maio: con tutto il rispetto per lui, chi volete che segua quello che dice lui?".

Grillo e il suo rapporto con Draghi

Nello spettacolo di Grillo - come riporta il Corriere della Sera - finiscono anche il ministro Gennaro Sangiuliano ("Una bella mente aperta, ma da una parte all'altra") e l'ex ministro Roberto Cingolani ("L'ho suggerito io: mi ammazzerei"). Tuttavia il garante dei pentastellati ha anche modo di parlare del suo rapporto con Mario Draghi, che sarebbe nato all'insegna dell'umorismo con uno scambio nel loro primo colloquio: "Le fragole sono mature", disse Grillo citando uno dei suoi cavalli di battaglia stellati-zen. "I mirtilli ancora no", replicò Draghi. Romano Prodi telefonò addirittura a Grillo per fare eleggere Draghi a Presidente della Repubblica. Poi il rapporto si deteriora con l'elezione del Capo dello Stato. "Gli ho detto che doveva stare là, portarci fuori dai casini". Ma "dal giorno dopo lui non ha più salutato nessuno dei nostri, neppure Fico che era la terza carica dello Stato", rivela infine Grillo.

Il quale chiosa in maniera criptica su di sè: "Oggi il massimo della vita è scomparire e io scomparirò".

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