Politica estera

Biden, stretta sulle armi. Con precedenti penali c'è il divieto di acquisto

Proibite anche a chi "rappresenta un pericolo". Aiuti federali per i sopravvissuti alle violenze

Biden, stretta sulle armi. Con precedenti penali c'è il divieto di acquisto

La Casa Bianca tenta di arginare l'epidemia di violenza armata negli Usa e vara una stretta che prevede nuovi controlli sui precedenti di chi acquista pistole e fucili. Joe Biden firma un ordine esecutivo che «avvicina gli Stati Uniti il più possibile ai controlli universali sui precedenti di chi acquista le armi» poco prima di recarsi a Monterey Park, in California, teatro di una drammatica sparatoria lo scorso gennaio, quando un uomo ha aperto il fuoco in una sala da ballo in occasione del capodanno cinese e ha colpito 20 persone, uccidendone 11.

Ieri il presidente americano ha incontrato le famiglie delle vittime e i membri della comunità vicino a Los Angeles, e poco prima la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha ribadito che «troppe vite sono state uccise dalla violenza armata» e per questo Biden «invita il Congresso ad agire e a non fermarsi». Il provvedimento ordina al ministro della Giustizia un giro di vite su chi vende armi senza controlli con l'obiettivo di aumentare i precedenti per l'acquisto di pistole e fucili, i cosiddetti «background check», mettendo anche pubblicamente alla berlina i trasgressori della legge. Mira poi a rafforzare la conoscenza delle leggi «red-flag», che consentono di chiedere a un tribunale di autorizzare la polizia a confiscare armi a persone considerate pericolose per se stesse o per altri. Nel pacchetto ci sono pure maggiori sforzi per contrastare il forte aumento della perdita o del furto di armi da fuoco durante le spedizioni e un incoraggiamento alla Federal Trade Commission a pubblicare un rapporto che analizzi come i produttori di armi commercializzano armi da fuoco ai bambini, anche attraverso l'uso delle immagini militari. Infine, c'è un maggior supporto federale per i sopravvissuti alla violenza delle armi e per le loro famiglie. Il mese scorso il dipartimento di Giustizia ha inviato più di 200 milioni di dollari per aiutare gli stati e il Distretto di Columbia (dove si trova la capitale Washington) ad amministrare le leggi «red-flag» e altri programmi di intervento in caso di crisi. Mentre nell'estate 2022 il Congresso ha adottato una legge bipartisan con un pacchetto di restrizioni e miliardi di dollari in finanziamenti per la salute mentale e la sicurezza delle scuole, che tuttavia è stato ben al di sotto delle attese del presidente. E in effetti serve altro per affrontare l'epidemia di violenza causata dalle armi da fuoco negli Usa, dove nel 2023 è già stato registrato un drammatico bilancio-record. Solo nei primi 66 giorni dell'anno si sono verificate 104 sparatorie di massa (quelle con almeno quattro persone colpite escluso il killer), poco meno di due al giorno, secondo i dati della Gun Violence Archive. L'anno scorso invece gli Usa avevano raggiunto le 100 sparatorie di massa il 19 marzo, nel 2021 il 22 marzo, mentre dal 2018 al 2020 si era dovuto aspettare fino a maggio.

Stando ai dati riferiti, finora nel 2023 almeno 7.537 persone sono morte in seguito a diverse forme di violenza armata. E considerato che in America ci sono circa 120 pistole ogni 100 cittadini, non sorprende che sia il paese sviluppato con il maggior numero di morti per arma da fuoco: otto volte superiore a quello del Canada, 22 volte superiore a quello dell'Unione Europea e 23 volte superiore a quello dell'Australia, secondo uno studio del 2019 dell'Institute for Health Metrics and Evaluation.

«Gli americani - ha dichiarato Kris Brown, presidente di Brady: United Against Gun Violence, un'organizzazione che cerca di mitigare la violenza armata - sono stanchi di temere che loro o le loro famiglie siano le prossime vittime di una sparatoria di massa».

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