Guerra in Israele

Erdogan riceve Haniyeh: "I palestinesi si uniscano Israele dovrà pagare". Ira Tel Aviv: "Vergognati"

Il leader di Hamas, che potrebbe lasciare il Qatar, va dal Sultano "Sforzi contro l’oppressione nella Striscia". I media: "Negoziati sugli ostaggi quasi compromessi"

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Erdogan riceve Haniyeh: "I palestinesi si uniscano Israele dovrà pagare". Ira Tel Aviv: "Vergognati"

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I leader di Hamas esplorano la possibilità di spostare la loro base operativa fuori dal Qatar, mentre lo stato del Golfo è sempre più pressato a spronare il gruppo terroristico ad accettare la tregua con Israele, dietro minacce di espulsione. È il Wall Street Journal a rivelare questo nuovo sviluppo in una settimana di fuoco che ha visto lo Stato ebraico e l'Iran sfiorare la guerra aperta. Hamas avrebbe anche contattato due Paesi della regione per far trasferire lì i suoi capi: uno è l'Oman. Eppure l'allontanamento dei vertici del gruppo palestinese dal Qatar potrebbe nuocere ai negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza, che qualcuno considera già compromessi.

«I colloqui sono di nuovo in fase di stallo e cresce la sfiducia tra Hamas e i negoziatori», ha detto al giornale americano un mediatore arabo. Il Qatar, con gli Stati Uniti e l'Egitto, è impegnato da mesi dietro le quinte per garantire una tregua a Gaza, dove Israele e Hamas combattono da più di sei mesi dopo il devastante attacco del 7 ottobre. Ma Doha è dal 2012 che ospita il Politburo di Hamas, tra cui il capo politico Ismail Haniyeh. L'attacco israeliano della scorsa settimana che ha ucciso tre dei figli di Haniyeh e quattro dei suoi nipoti, secondo alcuni analisti, ha contribuito allo stallo in corso. C'è però da aggiungere che Israele ha esortato il Qatar nel corso degli anni a donare centinaia di milioni di dollari per finanziare progetti umanitari a Gaza, insieme agli stipendi dei dipendenti pubblici della Striscia. Alcuni osservatori sottolineano come i fondi del Qatar hanno contribuito a rafforzare Hamas a spese della più moderata Autorità Palestinese e hanno permesso a Doha di estendere la sua influenza nell'enclave.

Ma la luna di miele fra Hamas e Qatar sembra ora in crisi e rispunta come mediatore il «Sultano» Erdogan. Il presidente della Turchia ha ricevuto ieri proprio Haniyeh a Istanbul, nel sontuoso Palazzo Dolmabahce sulle rive del Bosforo. Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha subito replicato su X: «L'alleanza dei Fratelli Musulmani: stupri, omicidi dissacrazione di corpi e bambini bruciati», ha postato una foto dei due che si stringono la mano e ha aggiunto: «Vergognati, Erdogan!». Prima di questa sua visita Haniyeh ha tenuto colloqui anche con il ministro degli esteri turco, Hakan Fidan, in Qatar. Fidan in seguito ha rivelato che Hamas si è impegnata a operare esclusivamente come entità politica, smilitarizzando il proprio braccio armato, le Brigate Ezzedin al Qassam, in caso di istituzione dello Stato palestinese all'interno delle frontiere del 1967, dunque, l'organizzazione implicitamente riconoscerebbe lo Stato di Israele e rinuncerebbe alla lotta armata.

Alla vigilia dell'incontro con Haniyeh Erdogan si è già presentato in veste di statista: «Abbiamo visto che i Paesi occidentali possono reagire con una sola voce contro la ritorsione dell'Iran, gli stessi attori devono ora dire basta a Israele, con una sola voce». Ma gli animi continuano a scaldarsi. Anche il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, conosciuto come Abu Mazen, ha fatto sapere che riconsidererà le relazioni con gli Stati Uniti dopo che Washington ha posto il veto alla richiesta palestinese di adesione a pieno titolo alle Nazioni Unite. E ha poi tuonato: «L'America si rifiuta di costringere Israele a fermare la sua guerra genocida.

Fornisce allo Stato ebraico armi che uccidono i nostri figli e distruggono le nostre case, e si oppone a noi nei forum internazionali, con posizioni che non servono alla sicurezza e alla stabilità della regione».

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