Mentre la diplomazia internazionale prosegue faticosamente il suo lavoro sul terreno gli scontri e le provocazioni non si fermano, anche se nella giornata di ieri sono stati relativamente a bassa intensità. Israele ha nuovamente chiuso il varco di Kerem Shalom, che divide la Striscia di Gaza e il territorio israeliano, dopo che alcuni razzi sono stati lanciati proprio nella direzione del varco dalla città di Rafah.
Secondo i cronisti del Jerusalem Post almeno tre soldati sono morti e undici sono rimasti feriti nell'attacco a un campo militare vicino al valico, utilizzato da migliaia di camion per consegnare aiuti umanitari a Gaza. Il varco si trova vicino al confine tra Egitto e Israele, a pochi chilometri da quello di Rafah, ed è stato chiuso per varie settimane tra ottobre e dicembre prima di essere riaperto. Hamas ha immediatamente rivendicato l'attacco come a marcare il fatto di disporre ancora di un potenziale missilistico, anche se enormemente ridotto dal lungo martellamento di Tsahal.
Israele non ha ancora compiuto alcuna ritorsione su vasta scala. In risposta, le forze dell'Idf hanno effettuato solo attacchi mirati verso Rafah, colpendo i lanciatori e un edificio adiacente utilizzato da Hamas. Nel frattempo più di un milione di civili palestinesi stanno continuando a rifugiarsi nella città più meridionale della Striscia di Gaza, considerata dai militari israeliani l'ultima grande roccaforte del gruppo terroristico Hamas. Anche solo la chiusura del varco, che si trova nel sud-est del territorio, provocata dall'attacco di Hamas potrebbe avere conseguenze umanitarie in breve tempo. Era uno dei pochi punti da cui era possibile far entrare dentro alla Striscia.
Lanci di razzi e di droni si sono registrati anche dal confine con il libano. Hezbollah, secondo fonti militari israeliane, avrebbe laciato più di sessanta ordigni. In questo caso però non sono state registate vittime ne tra i civili ne tra i militari. Quella del gruppo paramilitare sarebbe stata una risposta all'atttacco che nella notte di sabato l'aviazione israeliana ha portato su obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, tra cui una struttura militare vicino a Khiam e un posto di osservazione vicino a Matmoura. Intanto è trapelata la notizia che, la scorsa settimana, l'amministrazione Biden ha bloccato una spedizione a Israele di munizioni fabbricate negli Usa.
Lo riporta Axios, che cita funzionari israeliani, sottolineando come sia la prima volta, dall'attacco del 7 ottobre in Israele, che gli Stati Uniti fermano una fornitura di armi per i militari israeliani. E oggi, a poche ore dall'ennesima fumata nera sulla tregua con Hamas, è atteso a Tel Aviv il direttore della Cia, Bill Burns, dopo le sue visite in Egitto e Qatar.
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