Vitalissimo e pieno di affettuosità diffusa nella prima parte, dolente nella seconda e in levare nel finale, il film più autobiografico del regista omaggia Napoli, la vita e il cinema
Vitalissimo e pieno di affettuosità diffusa nella prima parte, dolente nella seconda e in levare nel finale, il film più autobiografico del regista omaggia Napoli, la vita e il cinema
Memoria storica, maternità, solidarietà femminile e libertà sessuale si mischiano in modo poco incisivo in un film che somiglia più a una telenovela d’autore che a un mélo riflessivo
Secondo capitolo piacevole ma dalla spensieratezza smorzata, in cui le disparità sociali e culturali vengono esasperate non tanto con intento comico quanto per muovere riflessioni di varia natura
Il solito connubio tra humor, azione e avventura, ma il cui brio stavolta è fagocitato da aspirazioni drammatiche e da qualche momento stucchevole.
Riprendere confidenza con una normalità troppo a lungo negata, passa anche dall’esperienza collettiva di godere di un buon film in una sala cinematografica o in un’arena estiva
Un’opera di cui fruire come intrattenimento disimpegnato ispirato ai videogiochi, oppure da assaporare come una sorta di meditazione sulla coesistenza di più dimensioni esistenziali
Non un semplice “fumettone supereroistico”, ma un caleidoscopio psichedelico di anime cinematografiche diverse, in grado di regalare un ventaglio di emozioni davvero ampio.
Un blockbuster estivo godibile, fresco e dai meccanismi già visti ma ben oliati che, ispirato all’omonima attrazione di Disneyland, punta ai fasti al botteghino di “Pirati dei Caraibi”
Ispirato ad una graphic novel francese, il nuovo film di Shyamalan è appesantito da momenti didascalici ma funziona come affondo sul senso del tempo e su ciò che conta nella vita