
In un’altra scuola adibita a seggio un altoparlante gracchia vecchie canzoni patriottiche dell’Unione Sovietica. Il colonnello Leonid Federovich, veterano della seconda guerra mondiale, che avrà 90 anni, cammina a fatica, ma per l’occasione ha rispolverato la divisa con tutte le medaglie. Non mancano quelle con il faccione di Stalin. Per lui che ha combattuto in Ucraina, Polonia ed arrivò a Berlino nel 1945 è un giorno a lungo atteso. “Con il nuovo potere di Kiev saremmo ben presto diventati degli schiavi. Vogliamo la Russia” dichiara senza ombra di dubbio.

Fin dal primo mattino a Simferopoli un via vai continuo di filo russi vota per il referendum che cambierà la cartina d’Europa.

Fausto Biloslavo in diretta Skype dai seggi di SimferopolI. INTERVISTA A FABRIZIO BERTOT, UNICO OSSERVATORE ITALIANO IN CRIMEA

La tensione in vista del referendum è salita alle stelle e ai posti di blocco sono comparsi i soldati armati del nuovo esercito indipendentista

Un centinaio di cosacchi in mimetica verde con fruste e sciabole curve gridano fedeltà alla città urlanod tre volte "luba" (sì)

Il blitz dei militari nell'albergo sede dei giornalisti internazionali e degli osservatori del Parlamento Europeo

In mimetica, anfibi e kalashnikov in pugno sono schierati davanti alla bandiera della penisola, che ha gli stessi colori di quella russa

I soldati del nuovo esercito della Crimea prestano giuramento a Simferopoli

Tra i militari che hanno giurato anche un russo di origine spagnola, i cui nonni hanno combattuto contro Franco, prima di fuggire

Qualcuno è anzianotto e con la pancetta, ma i cosacchi più giovani si muovono come veri militari e presidiano i palazzi del potere
