Gli 007 tedeschi aiutarono gli Usa contro Saddam

Gli agenti segreti indicarono obbiettivi da bombardare a Bagdad. Le «colombe» Schröder e Fischer sommersi da polemiche

Salvo Mazzolini

da Berlino

È bufera sul ruolo dei servizi segreti tedeschi durante i bombardamenti americani in Irak. Secondo le rivelazioni di un autorevole quotidiano, il Süddeutsche Zeitung, e del primo canale della tv pubblica, l’Ard, agenti del Bnd, l’intelligence di Berlino, avrebbero collaborato con le truppe americane nella scelta degli obbiettivi da colpire e la collaborazione sarebbe avvenuta con il consenso dell’allora coalizione rossoverde guidata dal cancelliere Gerhard Schröder e dal ministro degli Esteri Joschka Fischer, sebbene entrambi si siano sempre dichiarati contrari alla guerra in Irak. Una accusa pesante che è stata smentita sia da Fischer che dai collaboratori di Schröder e dal Bnd. Ma non in maniera del tutto convincente, tanto che ieri sera vari settori della maggioranza e dell’opposizione hanno chiesto la nomina di una commissione parlamentare per accertare il ruolo dei servizi tedeschi nella guerra contro Saddam.
Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, che all’epoca dei bombardamenti, aprile 2003, era il capo della Cancelleria e quindi il più stretto collaboratore di Schröder, in un primo tempo ha definito infondate le rivelazioni, poi ha ammesso che in quelle tragiche giornate a Bagdad c’erano agenti del Bnd con il compito però solo di raccogliere informazioni. Secondo i media, invece, ci sarebbe stata una vera e propria collaborazione tra Bnd e Dia (Defense Intelligence Agency), il servizio segreto militare americano. Pochi giorni prima dei bombardamenti, l’ambasciata tedesca a Bagdad fu evacuata ma due diplomatici che in realtà erano agenti del Bnd rimasero nella capitale. E poiché disponevano di un’ottima conoscenza del territorio, avrebbero aiutato gli americani, prima del loro arrivo a Bagdad, a individuare i bersagli da colpire almeno in due occasioni. Durante il bombardamento del quartiere di Mansour e durante l’attacco del 7 aprile contro un rifugio di Saddam. Due azioni che provocarono trenta morti. Le rivelazioni, se risulteranno fondate, colpiscono soprattutto Schröder poiché i servizi dipendono direttamente dalla Cancelleria ed è difficile immaginare che il Bnd abbia agito senza copertura politica. Schröder ha sempre detto che non avrebbe mai appoggiato una soluzione militare della crisi irachena. Ora nasce il sospetto che dietro la facciata pacifista abbia svolto un doppio ruolo. Colpisce inoltre la coincidenza delle rivelazioni, molto probabilmente di fonte americana, con la visita di Angela Merkel a Washington.

Una coincidenza che secondo commentatori tedeschi potrebbe contenere un messaggio per la stessa Merkel: quello di non insistere troppo sulle accuse alla Casa Bianca su Guantanamo, sui voli fantasma della Cia e sulle prigioni segrete perché nella sporca guerra dell’Irak sarebbero tutti coinvolti, dai falchi alle colombe.

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