Divertente, goloso, di tendenza e con una naturale «vocazione» mondana: il finger food, il «cibo da dita», si candida a essere protagonista della notte di San Silvestro, dallantipasto al dolce, in un menù di proposte leggere che consente di abbinare la «gola» a chiacchiere e conoscenze. E magari a qualche danza. Abbiamo chiesto a alcuni chef di suggerirci ricette ad hoc. È un caldo benvenuto quello firmato da Paolo Cacciani, chef di Cacciani (via Diaz 13; 069401991, Frascati), con il caffè di pomodoro e mentuccia con carciofi essiccati. Ingredienti: 250 grammi di acqua di pomodoro, 10 rametti di mentuccia, 7 carciofi romaneschi, sale, pepe e olio. «Si puliscono i carciofi - spiega Cacciani - e, dopo averli tagliati finemente, si mettono a essiccare in forno su una teglia di acciaio per 15 minuti a 150°. In una moka mai usata per il caffè, al posto dellacqua si mette la parte acquosa ottenuta filtrando il pomodoro. Al posto del caffè, le foglie di mentuccia e si fa un infuso. Se si vuole che i carciofi siano croccanti, si possono appoggiare per una notte su una teglia foderata di nylon a 60°. Si dispongono i carciofi essiccati nella tazzina e si versa il caffè che ogni ospite condirà a piacimento con sale, pepe e peperoncino». Tra i finger di Cacciani, anche filetto di vitella scottona e zucchina romanesca con erba cipollina allaceto di melograno e gocce di mosto cotto.
Alla tradizione, ovviamente rinnovata, pensa Stefano Callegari, chef di Sforno (via Statilio Ottato 110; 0671546118), che propone i suoi trapizzini con cotechino, lenticchie e salsiccia. «Per fare il trapizzino - dice Callegari - occorrono un litro di acqua del rubinetto, in cui sciogliere 30 grammi di lievito naturale, poi 1,3 chili di farine varie, comunque di grano tenero, in cui siano stati mescolati 2 grammi di lievito di birra in polvere. Si impasta, si aggiungono 25 grammi di sale e trenta di extravergine». Si mette in una cesta chiusa in frigo, il giorno dopo, si prende un impasto di circa 2 chili e si stende in una teglia 40x60, facendo incisioni a quadrato della dimensione voluta. Cotti, i quadrati si dividono diagonalmente a creare due tasche. «Per farcirlo si fa un soffritto con olio, qualche spicchio daglio e poco peperoncino. Quando laglio sta imbiondendo si mette mezzo chilo di salsicce, senza bucarle, per 15 minuti a fiamma non alta. Se è troppo asciutto, si aggiunge del vino bianco, altrimenti meglio evitare per non coprire i sapori. Si pone mezzo chilo di lenticchie di Castelluccio, lavate in acqua fredda e non lessate, nel soffritto per due minuti, si aggiunge mezzo chilo di pelati e si lascia tutto sul fuoco altri due minuti. Il cotechino si cuoce a parte e si appoggia a fette tra le lenticchie negli ultimi 5 minuti di cottura. Poi si farcisce la tasca».
Pesce per Francesco Apreda, chef di Imàgo (hotel Hassler, piazza Trinità dei Monti 6; 0669934726) con un bocconcino di baccalà fritto in pastella alla senape con crema di pere cotte al vin brulé. Per sei persone servono: 300 grammi di baccalà, 80 di semi di senape, 150 di farina, 50 di zucchero, 200 ml birra, altrettanti di vino rosso, un uovo, 4 pere kaiser, 4 chiodi di garofano, una stecca di cannella, una buccia di limone, una darancia, olio di semi di arachidi, sale e pepe. «Si fa dissalare il baccalà per due giorni in acqua, si tolgono pelle e spine - spiega Apreda - si formano bocconcini di 20 grammi ciascuno. A parte si fa la pastella mescolando birra, uovo, farina, infine, semi di senape. Si conserva in frigo. Per la crema, le pere sbucciate e tagliate si fanno bollire per 8 minuti in pentola con vino, zucchero, chiodi di garofano, cannella, bucce di agrumi. Poi si frullano solo le pere, aggiungendo, se occorre, del liquido di cottura filtrato. Si passano i bocconcini nella pastella e friggono in olio di arachidi a 180°. Salati e pepati, si adagiano in una cocotte con la crema di pere sul fondo».
A chiudere in dolcezza la cena - e lanno - è Antonello Colonna, anima dellOpen Colonna (via Milano 9; 0647822641), con una crema brulé alla liquirizia, in versione ovviamente finger. Per farla, occorrono un litro di panna, uno di latte, mezzo chilo di zucchero, 50 grammi di liquirizia in polvere e 10 uova. «Si pastorizzano panna e latte - racconta Colonna - si aggiunge la liquirizia e si porta a bollore. Tolto il composto dal fuoco, si versa nei rossi duovo precedentemente amalgamati con lo zucchero.
2009 Un San Silvestro in punta di dita
PRELIBATEZZE Le ricette sono proposte da Paolo Cacciani, Stefano Callegari, Francesco Apreda e Antonello Colonna
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