25 aprile, insulti e ortaggi contro la Polverini Milano, Moratti e Podestà zittiti dai centri sociali

Polverini contestata alla manifestazione di Porta San Paolo: lancio di uova, frutta, fumogeni. "Fascista, ipocrita". Zingaretti colpito all'occhio. A Milano il bis: fischi e insulti contro sindaco e presidente della Provincia

25 aprile, insulti e ortaggi contro la Polverini 
Milano, Moratti e Podestà zittiti dai centri sociali

Roma - La presidente della Regione Lazio Renata Polverini è stata contestata con fischi e lanci di oggetti mentre partecipava alla manifestazione per il 25 aprile a Porta san Paolo a Roma. La presidente è stata bersagliata da urla "’buu, buu" e lancio di uova e frutta e alcuni fumogeni. Un frutto ha colpito all’occhio il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti che le era accanto. La Polverini è stata contestata già mentre saliva sul palco per tenere il suo discorso. Tra le frasi rivoltele «Polverini vattene a Casa Pound, fascista e ipocrita».

È stato un gruppo di 10-15 giovani a tirare monetine, frutta, uova e un paio di fumogeni verso il palco. Le contestazioni e i fischi sono invece partiti da alcune decine di persone, che hanno impedito alla Polverini di prendere la parola. Tra la folla, tanti giovani, ma anche uomini e donne di mezza età, che hanno preso parte alla contestazione. Mentre Zingaretti, il presidente dell’Anpi, Massimiliano Rendina, e Polverini erano sul palco davanti alla banda musicale, un uovo ha centrato un agente della scorta del governatore del Lazio, schizzando anche Rendina. Quest’ultimo ha cercato di invitare alla calma, ricordando che sul palco c’erano istituzioni votate democraticamente. Poi Zingaretti ha cercato di prendere la parola a sua volta, anche per cercare di placare gli animi, ma dopo qualche secondo è stato colpito da un frutto (un mandarino o un limone). Entrambi i politici sono scesi in fretta dal palco: la Polverini ha lasciato la piazza, impossibilitata a tenere il suo discorso. Zingaretti, con un occhio arrossato dopo il colpo ricevuto, prima di andare via si è intrattenuto per qualche istante, a distanza dal palco, a parlare con l’ex partigiano Remo Comanducci, al quale oggi avrebbe dovuto conferire una medaglia. Durante le contestazioni, le forze dell’ordine si sono schierate in tenuta antisommossa davanti alla folla, ma poco dopo la tensione si è stemperata. In piazza c’erano bandiere di Rifondazione, del Pd, palestinesi, della Rete Antifascista, della Cgil e dell’Unione atei agnostici razionalisti. 

La Polverini: non è festa di parte ma di tutti "Questa è una festa di tutti gli italiani ed il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ce lo ricorda ogni anno, invitandoci a mantenere questo paese unito nei ricordi, nella memoria e anche nel futuro". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Renata Polverini a conclusione della cerimonia per il 65esimo anniversario della Liberazione d’Italia all’Altare della Patria. "La nostra presenza qui è importante, - ha aggiunto - sarò anche alla manifestazione dell’Anpi proprio perchè credo che bisogna mantenere vivo il ricordo di chi ha combattuto, di chi ha perso delle persone e soprattutto nel significato della democrazia». A chi le chiedeva se la Liberazione fosse una festa di "parte" Polverini ha risposto: "Assolutamente no".

Alemanno: Zingaretti sia di esempio "Va preso come esempio l’atteggiamento di Nicola Zingaretti che con grande coraggio civile ha difeso Renata Polverini e ha reagito contro i violenti". Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno commentando quanto accaduto questa mattina a porta San Paolo arrivando al museo storico della Liberazione di via Tasso.

Zingaretti: bella piazza rovinata da mascalzoni "Ho difeso il diritto a prendere la parola del presidente della Regione Lazio Renata Polverini, nessuno proprio in nome dei valori del 25 Aprile si deve permettere anche solo di teorizzare che qualcuno con un’idea diversa dalla propria non abbia il diritto di parola nelle piazze del nostro Paese". Dichiara in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti sottolineando che "la differenza tra il fascismo e la democrazia è proprio questa"." Era una bella piazza - aggiunge - rovinata da un gruppo di mascalzoni che nulla hanno a che fare nè con la libertà nè con la democrazia". "Mi dispiace - continua Zingaretti - perchè avremmo dovuto dare a Remo Comanducci il riconoscimento di Provincia Capitale. Remo 65 anni fa a Porta San Paolo ha lottato e rischiato la vita per tutti noi e non si meritava di assistere dopo tanti anni ad uno spettacolo del genere. Da parte mia continuerò oggi e sempre a ricordare il suo impegno e quello di molti altri".

Gasparri: nostalgici di Stalin... "Le contestazioni alla Polverini, a Zingaretti e ad altri confermano che c’è in circolazione ancora qualcuno che nell’aprile del 1945 avrebbe preferito l’avvento di Stalin e della dittatura comunista in Italia". Lo afferma il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. "La frustrazione produce ancora effetti nefasti e pochi stupidi, invece di celebrare la libertà e una memoria condivisa, rinnovano i riti dell’intolleranza comunista. Chi protesta taccia e dedichi un pensiero ai tanti italiani massacrati dopo l’aprile del 1945 da chi la pensava come loro".

La Polverini a Zingaretti "Un gruppo di violenti non può macchiare una celebrazione cui il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha giustamente conferito il senso ed il valore dell’unità nazionale", ha detto in una nota il presidente del Lazio, Renata Polverini. "Si poteva rischiare il peggio. Sono stati lanciati oggetti pericolosi, tra cui fumogeni che fortunatamente hanno danneggiato solo la pavimentazione del palco. Ringrazio il presidente Zingaretti, al quale esprimo la mia solidarietà, per il gesto importante che ha compiuto sotto il profilo istituzionale e personale, lasciando la manifestazione di fronte alla prepotenza di chi non è nemmeno degno di pronunciare la parola democrazia. La violenza non può e non deve essere tollerata in nessuna circostanza".

E un corteo inneggia alla strage di Acca Larentia "Dieci, cento, mille Acca Larentia». È lo slogan intonato da un gruppo di manifestanti in testa al corteo, a cui hanno partecipato centinaia di persone tra le quali, molti giovani, organizzato a Roma dalla Rete antifascista e dai centri sociali in occasione dell’anniversario della Liberazione. Lo slogan si riferiva alla strage avvenuta a Roma nel 1978 davanti alla sezione dell'Msi a via Acca Larentia a Roma, dove morirono tre giovani esponenti di destra. In testa al corteo lo striscione "Nuove resistenze". La manifestazione è partita da Porta San Paolo ed ha raggiunto Piazza Vittorio, nel quartiere Esquilino, prima che i manifestanti decidessero di tornare indietro verso il quartiere di San Lorenzo. Durante il corteo sono stati anche intonati slogan contro le forze dell’ordine ed al passaggio nei pressi del Colosseo è stato esposto su un muretto lo striscione con su scritto: "Le vostre misure infami non fermeranno i nuovi partigiani".

Durante il passaggio i manifestanti hanno anche strappato alcuni manifesti dell’organizzazione di destra Casa Pound affissi sui muri, la cui sede si trova non distante da piazza Vittorio, dove il corteo è giunto.

A Milano contestai la Moratti e Podestà

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