Dalle preoccupazioni per la ricostruzione di Gaza che "sarà un grande business", fino alla grande sofferenza dei palestinesi e anche degli israeliani "che erano e sono due popoli dentro a un trauma che è stato riaperto". Il monito del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, collegato ieri mattina con il Consiglio regionale, riecheggia nell'Aula lombarda. Il 7 ottobre 2023, fa un passo indietro il cardinale, "non è stato uno dei soliti attentati. E quello che è accaduto a Gaza - sottolinea - non è stata una delle solite periodiche guerre a Gaza: nella percezione della popolazione è stato un qualcosa di diverso che ha rievocato il trauma della Nakba".
Una guerra combattuta con le armi, ma anche "con le parole"; con un "linguaggio di disprezzo cominciato prima del 7 ottobre. Si parlava da troppo tempo di rifiuto dell'altro". Difficoltà che Pizzaballa ha riscontrato anche nella gestione della sua comunità: "I miei fedeli sono a Gaza sotto le bombe, ma anche dall'altra parte della barricata, in Israele a fare il servizio militare". Adesso, secondo Pizzaballa, il rischio concreto è che, per la ricostruzione della Striscia, "a decidere siano le persone che non vivono a Gaza: che si decida per Gaza, ma non con Gaza".
Ma il suo intervento davanti ai consiglieri regionali, è stata anche l'occasione per ricodare e ringraziare la Regione per l'impegno nella vicinanza a Gaza. La Lombardia, assicura il presidente del Consiglio regionale Federico Romani, "ha sempre seguito con partecipazione e apprensione quanto in questi mesi stava accadendo a Gaza e in Cisgiordania". Con l'auspicio che adesso la tregua "non sia soltanto una parentesi". Dall'inizio del conflitto, da Gaza sono arrivati venticinque bambini, tutti con "politrauma da guerra" e accompagnati da 69 parenti o caregiver che sono stati accolti, curati e assistiti nelle strutture ospedaliere della Lombardia anche con la collaborazione del personale di Areu. Uno di loro, il piccolo Adam, figlio della pediatra di Gaza Alaa al Najjar, aveva commosso tutti per la sua storia, visto che è stato l'unico sopravvissuto a un raid che ha ucciso suo papà e i suoi nove fratelli. Con le cure offerte dall'ospedale Niguarda "sta piano piano uscendo dal tormento di una vicenda drammatica - spiega l'assessore al Welfare Guido Bertolaso - Adesso sta facendo la riabilitazione al braccio e ha cominciato ad andare a scuola, è molto contento e sta imparando l'italiano. Credo che stia pian piano recuperando la serenità che tutti i bambini devono avere". Nei prossimi giorni, fa sapere Bertolaso, sono attesi altri quattro bimbi, tutti casi molto gravi. Con la raccolta fondi messa in campo dal Progetto Arca per fornire un alloggio, supporto e beni di prima necessità ai bambini che sono arrivati in Italia e alle loro famiglie, sono stati raccolti 90mila euro e data assistenza a 52 minori. Bertolaso avanza anche una proposta, ossia mandare a Gaza l'ospedale da campo dell'associazione degli Alpini per aiutare la popolazione della Striscia.
Il sottosegretario con delega alle Relazioni Internazionali ed Europee Raffaele Cattaneo, si sofferma invece sui tre interventi su cui si è concentrata la giunta regionale, con uno stanziamento di 265 mila euro: un progetto di prima assistenza alimentare e sanitaria alla popolazione di Gaza, organizzato dalla Fondazione Pro Terra Sancta in collaborazione con il Patriarcato latino di Gerusalemme; un'iniziativa per facilitare la fornitura di acqua potabile e servizi igienici per le popolazioni sfollate del territorio, promossa dalla Fondazione Cesvi e
un progetto per la cura e la riabilitazione dei feriti civili e delle persone con disabilità nella Striscia, proposto da Fonti di Pace. Iniziative "che saranno tutte realizzate entro la fine dell'anno" conclude Cattaneo.