AAA, casa al Pantheon a 3mila euro al mq

(...) a uno di questi appartamenti al civico 98 della stessa strada. Un guadagno sensazionale, senza ombra di dubbio. E pensare che a Torre Maura, periferia sud della Capitale, per una casa della stessa lista c’è chi ne ha sborsati 57mila, più che in centro. Un appartamento di 46 metri quadrati del Comune a piazza della Rotonda, ovvero Pantheon? Aggiudicato a 146mila euro. Cioè a poco più di 3mila euro al metro quadrato contro gli 11mila del prezzo di mercato. Prezzi, quelli del Campidoglio, conteggiati sul borsino immobiliare del 2001, con un ulteriore sconto del 40 per cento. I fortunati acquirenti? «Una casta burocratica, più che politica. Inquilini che in molti casi hanno superato il reddito d’ingresso», spiega il capogruppo regionale dei Socialisti riformisti, Donato Robilotta, che ieri ha fornito gli elenchi e i numeri di questa «svendopoli» che ha già costretto il governatore, Piero Marrazzo, a comunicare alle Ater regionali uno stop di 60 giorni (dal 12 ottobre al 12 dicembre) della vendita delle case popolari. Assieme a lui il capogruppo regionale di Forza Italia, Alfredo Pallone, e quelli della Dc per le Autonomie, Fabio Desideri, del gruppo Misto, Francesco Saponaro, e dei Repubblicani liberali, Antonietta Brancati. Gli stessi che con Raffaele D’Ambrosio (Mpa) hanno presentato alla Pisana la «proposta di legge Robilotta» (la n. 332 del 22 ottobre scorso) per modificare la normativa approvata con l’ultima finanziaria. Una proposta che prevede la vendita a prezzo di mercato delle case di pregio, concedendo all’assegnatario che non intende acquistare la possibilità di rimanere in affitto. «Nel 2006 - continua il capogruppo Sr - l’Ater in totale ha alienato a prezzi stracciati 896 alloggi (373 in base alla legge regionale 42/91 e 523 in base alla 560/93, ndr). In totale sono stati 4355 quelli venduti dal 2000 al 2007 per un importo di 252 milioni e 610mila a un valore medio di 58mila euro ad alloggio. Una cifra assolutamente insufficiente per risanare il debito di 800 milioni dell’ex Iacp».
Tutti immobili, classificati come «popolari» o «ultrapopolari» quando furono costruiti, «ma oggi di grande valore - conclude Robilotta - tanto che per essere venduti alcuni hanno bisogno del nulla osta dei Beni culturali». «E pensare - rincara la dose Desideri - che per avvicinarne la quotazione a quella di mercato, sarebbe stato sufficiente richiedere al ministero delle Finanze l’aggiornamento catastale». «Subito il confronto sulla nostra proposta di legge - esorta invece Pallone -. Un nostro emendamento per bloccare “svendopoli” fu già bocciato dalla maggioranza durante l’assestamento di bilancio. Purtroppo la pratica delle delibere di Giunta “fuori sacco” (come quella sulla vendita del patrimonio Ater, ndr) e che non arrivano in Consiglio sta diventando la regola, provocando un deficit di democrazia». Anche per la Brancati «è necessario avviare una battaglia di legalità e trasparenza sul patrimonio pubblico».

Chiusura di Robilotta: «Non vorrei che la vendita sia continuata nonostante la sospensiva disposta da Marrazzo. E comunque inviterò l’Ater di Roma a evitare di svendere case ed edifici a partiti e associazioni culturali».

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