Roma

Abbado, Mozart e una scommessa sul nostro futuro

Abbado, Mozart e una scommessa sul nostro futuro

L’ombra di uno sgarbo rischia di offuscare l’atteso ritorno di Claudio Abbado nella Capitale per farvi debuttare quella gioiosa macchina da guerra che è la sua Orchestra Mozart; uno sgarbo perpetrato ai danni della stessa Accademia di Santa Cecilia che lo accoglie a braccia aperte e lo ospita. Alla vigilia del suo arrivo a Roma, si è diffusa la notizia che il concerto dell’Orchestra e Coro ceciliani guidati da Pappano, in programma alla Scala il prossimo 9 maggio, è stato annullato. Pappano vi avrebbe dovuto dirigere la Sinfonia n. 2 Resurrezione di Gustav Mahler, la stessa sinfonia che Abbado ha scelto per il suo ritorno nel teatro milanese, il 4 giugno, dopo 24 anni di assenza. Il concerto di Pappano è stato «rinviato» al 2011, così che Abbado potrà prendersi tutta la scena milanese anche prima di occuparla materialmente, e nessuno potrà osare paragoni fra la Resurrezione di Abbado e quella di Pappano, perché ci sarà solo la Resurrezione di Mahler/Abbado. E nonostante lo sgarbo, l’Accademia, costretta a fare buon viso a cattivo gioco, accoglie trionfalmente il grande direttore che all’Auditorium è sbarcato, l’ultima volta (settembre 2006) con l’Orchestra sinfonica giovanile venezuelana Simon Bolivar, alla quale egli dedica ogni anno, stabilendosi a Caracas nei mesi freddi, particolari ed amorevoli cure.
Questa sera, repliche domenica e lunedì, Abbado farà dunque ascoltare l’ultima sua orchestra giovanile, l’Orchestra Mozart, nata a Bologna in seno alla storica Accademia filarmonica, ed intitolata a Mozart che, nel Settecento, in quell’Accademia, venne accolto ancora fanciullo, con la benedizione di padre Giovanni Battista Martini, musicista e didatta celebre. Per la trasferta romana, Abbado ha preferito al già tanto reclamato ed eseguito Mahler, ed alla sua musica così imponente, al punto da essere talvolta quasi invadente, una musica del cuore, meno invadente ma altrettanto coinvolgente ed incisiva: Mozart (Sinfonia n. 41 in do maggiore K 551, Jupiter e Concerto per violino ed orchestra in sol maggiore K 216, solista Giuliano Carmignola) preceduto dalla sinfonia di Mendelssohn più conosciuta ed eseguita, ma sempre meno di quanto meriterebbe, la n. 4 in la maggiore op. 90, Italiana che con la sinfonia mozartiana in programma condivide compostezza, luminosità, ma anche libertà, invenzione, lirismo. L’Orchestra Mozart, sorta nel 2004, ha una conformazione particolare. Non si tratta di un’orchestra giovanile nel senso pieno del termine, perché nelle sue fila alterna giovani strumentisti a noti solisti. Tra l’altro, vi fanno parte, stabilmente, due prime parti dell’Orchestra dell’Accademia - Alessandro Carbonare, clarinetto e Alessio Allegrini, corno - e con la medesima orchestra ceciliana ha in comune anche alcune «spalle» di prim’ordine come Lorenza Borrani che, coincidenza vuole proprio queste settimane segga al primo leggio. Ed è tale particolare, atipica, conformazione dell’orchestra abbadiana che la rende più prestante e capace di mille metamorfosi, anche nei casi, frequenti, in cui Abbado la unisce ad altre compagini per particolari necessità di repertorio. «Lavorare con i giovani - ama ricordare Abbado - porta a guardare verso il futuro e a rifiutare l'immobilità delle abitudini e dei modi di pensare».
Auditorium. Sala Santa Cecilia. Oggi 26 (ore19.30), domenica 28 (ore 18), lunedì 29 (ore 21). Biglietti da 25 a 65 euro. Info: 06.

8082058.

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