Politica

Abbandonati e chiusi a chiave nell’ospizio lager

Alessia Marani

da Roma

Era stata costruita coi fondi per il Giubileo, tirata su dalle ceneri di un’ex scuola comunale per fare posto a una struttura in cui gli anziani assistiti dai servizi sociali della provincia di Roma potessero soggiornare e socializzare soprattutto nel periodo estivo: invece, l’altra notte, durante un blitz, i carabinieri della piccola stazione di Gerano (Rocca Canterano), territorio di Subiaco, v’hanno scovato nientemeno che un ospizio lager. Cinque donne (di cui due ultranovantenni) e tre uomini chiusi dall’esterno (tutti tra gli 80 e i 90 anni), abbandonati a se stessi in condizioni igienico-sanitarie disastrose, alcuni completamente impossibilitati a muoversi, altri con problemi di forte disagio mentale: «Marescia’ - ha salutato una vecchietta l’arrivo del luogotenente Luigi Razzino, piombato lì quasi per caso con i suoi uomini per verificare la versione di un ladruncolo di 16 anni pizzicato a rubare una bici a una ventina di chilometri di distanza e affidato dal tribunale, a suo dire, proprio al centro «Il Volo» di Rocca di Mezzo - per fortuna siete arrivati voi, sennò qua chissà che fine avremmo fatto». Lo scenario è di quelli agghiaccianti. «Innanzitutto - spiega il tenente Pietro Raiola Pescarini, della compagnia di Subiaco - le porte erano sbarrate. Abbiamo contattato l’amministratrice della Coop, una psicologa romana di 57 anni. Ma per assurdo neppure lei aveva le chiavi. Alla fine ha telefonato a una degente che è riuscita a fatica ad aprire da dentro. La retta si aggirava attorno ai 900 euro mensili. Ma il fatto che ospitassero senza averne, però, i regolari permessi, malati psichici faceva usufruire per ciascuno di essi un ulteriore bonus di 200 euro dalla Regione. Come se non bastasse, all’interno vi avevano trovato rifugio tre romeni tutti clandestini. Uno già «uccel di bosco» in seguito a un’ordinanza d’espulsione emessa secondo la Bossi-Fini». La dottoressa, D. R., è stata arrestata con le pesanti accuse di sequestro di persona, abbandono di incapaci, somministrazione di medicinali scaduti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In manette anche lo straniero latitante. Un degente è stato ricoverato in ospedale. Intanto, gli inquirenti indagano sulle licenze e sul sistema di affidamento degli assistiti alla cooperativa.

La stessa psichiatra, paradossalmente, era stata designata dal ministero di Grazia e Giustizia quale affidataria del piccolo ladro di biciclette originario di Agropoli (Salerno).

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