«Abbiamo avuto paura di vincere»

Capello: «È difficile giocare contro un muro e ho avuto ragione a inserire Zebina per Balzaretti»

«Abbiamo avuto paura di vincere»

Alessandro Parini

da Torino

Da buon napoletano, sarà anche un po’ scaramantico. Qualcosa studierà, Fabio Cannavaro, per festeggiare il suo tredicesimo gol in serie A - il terzo della stagione - decisivo per i tre punti della Juve. Una doppietta poi, non l’aveva mai segnata: di sicuro sono sensazioni che gli piacciono e, nella carrellata delle sue reti, ha ben chiara quella più spettacolare: «Una sassata da 35 metri che tirai durante un’Inter-Reggina di qualche anno fa, quello sì che era stato un gran gol. Oggi è stato sicuramente più difficile il secondo, visto che avevo addosso un difensore. In partite come questa è importante che anche noi difensori riusciamo a renderci pericolosi: ci sono diciotto giocatori in meno di cinquanta metri, gli attaccanti non possono fare tutto da soli e bisogna sfruttare al meglio i calci da fermo. È andata bene a me come a tutta la squadra: una volta passati in svantaggio, non è facile giocare questo tipo di incontri. Siamo stati bravi ad avere pazienza». Solito sguardo furbetto, decine di messaggini telefonici cui non manca di rispondere: è lui l’eroe del giorno, senza la cui duplice zuccata la Juve avrebbe visto l’Inter avvicinarsi pericolosamente. Capello però rispedisce al mittente i dubbi sulla prestazione della sua Juve: «Mettiamoci in testa che segnare contro una squadra che ha sempre dieci giocatori dietro la linea della palla non è facile. Abbiamo avuto le nostre occasioni, create sia nel primo che nel secondo tempo: siamo contenti, non ha senso lamentarsi quando riesci comunque a superare un muro». Qualcuno del pubblico, a dire il vero, non ha apprezzato la sostituzione di Balzaretti (fino a quel momento tra i migliori) con Zebina: «Mi serviva più sprint a destra - ha spiegato Capello - ed è stato quello il motivo per cui ho inserito il francese. Zambrotta mi offriva la stesse garanzie di Balzaretti a sinistra ed ecco spiegato il motivo del cambio: il risultato mi ha dato ragione». Inutile insistere: il muro di gomma respinge al mittente tutti i dubbi. E nessuno si permette di dire «beh». Certo non lo può fare Balzaretti: «L’allenatore sceglie quello che vuole, io sto prendendo fiducia: ammetto che all’inizio della mia esperienza bianconera un po’ di timore ce l’avevo». Sparito in fretta, però.

Sul fronte opposto Cagni, all’esordio sulla panchina empolese, ha sognato il colpaccio: «Abbiamo avuto anche paura di vincere. Dovremo imparare ad avere un po’ più di personalità. Il cambio di Almiron? Era molto stanco: l’ho richiamato solo per una motivazione fisica, non certo perché non ero soddisfatto del suo rendimento».

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