Paola Fucilieri
Dobbiamo fare i conti anche con loro. Non bastavano le baby gang nostrane: adesso ci sono anche quelle romene. Composte, naturalmente, da ragazzini dotati di specialissime vocazioni: pur avendo due mani come tutti, vengono addestrati sin dalla nascita a moltiplicarle misteriosamente, come i tentacoli di piccoli polipi. Risultato: i bambini si trasformano in piccole canaglie. E se ti girano intorno per un po, apparentemente senza sfiorarti, senza portafoglio o cellulare.
Lo dimostrano due fatti accaduti lunedì e ieri sera. La prima storia inizia in piazza Napoli. Un bambino nato da poco, custodito in un marsupio, protetto dal freddo dallinvolucro di tela cerata in cui è avvolto e che lo stringe al corpo caldo che sa di latte della sua mamma. Una mamma che, nonostante la temperatura polare, ha deciso che per il suo piccolo ci voleva un podi aria, una passeggiata allaperto. E allora perché non andare al parco, in pieno giorno, in mezzo ad altre mamme, tate, cani e anziani? Naturale che nemmeno la più apprensiva e inesperta delle genitrici, una volta imbacuccato a dovere il pupo, possa pensare di correre rischi in una simile situazione, anche se abita a Milano. Così la mamma in questione - una trentanovenne di nome Bianca - esce senza pensieri col piccolo al collo e se ne sta tranquilla e felice, fino a quando, suo malgrado, non è costretta a fare i conti con una baby gang, per di più di romeni. Quattro zingarelli che, dopo averla accerchiata, spintonata e anche un postrattonata - assolutamente incuranti del neonato che la donna teneva al collo e che rischiavano di far cadere insieme a lei, le hanno fatto scivolare a terra il cellulare, per poi prenderlo e portarlo via.
È finito tra le «braccia» della polizia municipale, invece, il quindicenne romeno che ieri sera era riuscito a sottrarre il cellulare a unanziana. E il merito è tutto di due studenti milanesi, di 12 e 15 anni che, dopo averlo inseguito, sono riusciti, correndo, ad acchiapparlo, a bloccarlo e a fargli restituire il maltolto alla vecchia signora e davanti al vigile.
È accaduto alle 18, in via Vittorio Veneto (zona Porta Venezia). I due giovani amici stavano camminando a piedi quando hanno sentito le urla di unanziana. Correndo verso di lei, consci che stava male o era in pericolo, si sono accorti che, dalla parte opposta, verso il parco Palestro, filava a perdifiato un ragazzino come loro, dalla pelle olivastra.
«È uno zingaro - ha gridato lanziana indicandolo -. Mi ha portato via il cellulare dalla borsetta».
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