Gli abiti-scultura di Capucci in una grande mostra al Castello di Bracciano

Dal 17 settembre per 3 mesi una mostra delle creazioni del grande maestro. Che dice: «Oggi non ci sono più icone di eleganza, sono state sostituite dalle veline». E tra le first lady preferisce Carla Bruni a Michelle Obama.

Il Maestro guarda ai giovani. Espone i suoi storici abiti-scultura per insegnare come si possono costruire architetture di stoffa, come si dà anima ad un modello con rouches e volants, come la creatività nasce dalla ricerca nella tradizione, dalla sperimentazione di nuove linee, dallo studio delle tecniche sartoriali.
«Sovrana Eleganza: Roberto Capucci» è la mostra che dal 17 settembre al 13 dicembre offrirà, al Castello Odescalchi di Bracciano, una galleria dei modelli disegnati dal grande sarto.
L'iniziativa è stata presentata a Roma, al Tempio di Adriano e il Maestro ha subito spiegato, con qualche amarezza, che oggi c'è bisogno più che mai di chi indichi la strada del vero chic.
« È triste ammetterlo - ha detto Capucci- , ma le icone dell'eleganza non esistono più: sono state sostituite dalle veline, che imperversano ovunque, basta guardare i giornali».
Seduto accanto alle amiche Franca Valeri e Maria Pace Odescalchi, la nobildonna proprietaria del maniero che ospiterà la mostra, il grande sarto ha risposto anche ad una domanda su due primedonne che incarnano oggi un diverso tipo di eleganza femminile: Michelle Obama e Carla Bruni. É quest'ultima che Capucci preferisce: «Non c'è dubbio, la premiere dame è stupenda, colta, raffinata e mi piace molto».
L'esposizione è promossa dalla Fondazione Roberto Capucci, che si rivolge soprattutto alle nuove leve del mondo della moda, per offrir loro il modo di entrare in un metodo creativo che può far emergere le capacità e favorire l'inserimento nel mondo del lavoro.
I 400 abiti della Fondazione sono per lo più esposti nel Museo Permanente che Firenze ha dedicato nel 2007 a Capucci, a Villa Bardini, dopo che per molto tempo si è discusso della possibilità di crearne a Roma uno analogo, senza mai che l'idea si realizzasse.
Il Maestro è amareggiato di questo, ma non ha perso le speranze: «Sarei felice - ha detto- di avere una sede permanente a Roma, la mia città, che ospiti i miei abiti in continuo aumento. Il sindaco Veltroni non li volle». Forse Alemanno sì?
Capucci non guarda solo al suo glorioso passato o al suo presente sempre dorato. Guarda al futuro e promette una linea di pret à porter: «È inutile creare abiti solo per mille donne. Bravo Galliano che fa da traino alle vendite di Dior con le sue sfilate».
Tra gli affreschi rinascimentali e le antiche armature del Castello Odescalchi saranno esposti per tre mesi,come pronti per un gran ballo, 66 abiti-scultura , insieme a 25 inediti bozzetti di costumi teatrali.
Tra questi ci sono 7 abiti da sposa, uno rosso donato dal Museo Fortuny; quello indossato da Rita Levi Montalcini alla consegna del Nobel; l'abito del '56 appartenuto a Esther Williams; l'abito Fuoco; gli abiti-scultura «a scatola» e quelli ispirati ai capitelli corinzi.
«Io opero sul moderno - ha spiegato Capucci- e sono un creatore di modernità. La mia modernità sta in una visione nuova di ciò che l'antico ci ha suggerito».
La mostra, prodotta dal Museo del Castello Odescalchi di Bracciano, è promossa anche dalla Regione Lazio.

ha il patrocinio e la collaborazione dell'Università La Sapienza e i patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia di Roma e del Comune di Bracciano.

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