Cronaca locale

Aborti clandestini a Chinatown, tre asiatici a processo

La «clinica» si trovava in un appartamento in via Fioravanti: l'intervento costava 270 euro. Trovati anche strumenti per e4seguire le ecografie.

Un vero e proprio studio medico clandestino, in un appartamento nella Chinatown milanese. E al piano di sopra, anche una stanza per le ecografie. Anche così si pratica l'aborto nella comunità asiatica. E per questo, per tre cinesi è stata Disposta la citazione diretta a giudizio, con l'accusa di aver eseguito aborti illegali, pagati 270 euro l'uno. Si tratta di un uomo e una donna che eseguivano gli aborti clandestini nella loro abitazione in via Fioravanti 14, non attraverso l'utilizzo improprio di medicinali per l'ulcera, ma con strumenti chirurgici. Con loro è chiamato in giudizio un vicino di casa, un altro cinese che nell'appartamento al piano superiore eseguiva le ecografie sulle clienti con un apparecchio che teneva nascosto in un armadio. L'inchiesta, condotta dalla polizia locale, è partita da una segnalazione apparsa su un giornale free-press. Facendo appostamenti e avvalendosi di intercettazioni e perquisizioni, gli agenti hanno scoperto uno studio medico clandestino in cui svariate donne abortivano illegalmente. Al momento ne sono state identificate tre, tutte maggiorenni che hanno abortito nei termini previsti dalla legge, scegliendo la via dell'illegalità nonostante potessero rivolgersi a un ospedale pubblico. In questo caso il tariffario dei cinesi prevedeva un costo complessivo di 270 euro. Le indagini, tuttavia, proseguono per capire se tra chi si è avvalso di questo servizio, ci siano anche delle minorenni, oppure donne che erano oltre il terzo mese di gravidanza e in questo caso il prezzo che veniva loro richiesto. I tre falsi medici sono ora accusati dal procuratore aggiunto Marco Ghezzi di esercizio abusivo della professione e di violazione della legge sull'aborto. Stralciata e ancora aperta, invece, l'inchiesta per violazione della legge 194 del 1978 a carico delle tre clienti identificate, che hanno abortito in via Fioravanti in un periodo antecedente l'ottobre del 2008. Secondo gli investigatori, «dall'inchiesta è emerso che diverse donne della comunità cinese ricorrono a questo tipo di servizi illegali, pur avendo la possibilità di accedere alle strutture pubbliche. Il tutto solo per velocizzare le procedure».

L'udienza del processo a carico dei tre cinesi non è ancora stata fissata.

Commenti